TORSO DI DONNA AL SOLE (Étude. Torse, effect de soleil) – Pierre-Auguste Renoir

TORSO DI DONNA AL SOLE (1876)
Étude. Torse, effect de soleil
Pierre-Auguste Renoir (1841-1919)
Olio su tela cm 81 X 65
Museo d’Orsay, Parigi5

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Questa opera era per Renoir una prova per catturare la luce, intrappolandola tra la pelle vellutata di una giovane fanciulla e la superficie delle foglie della vegetazione. Ma il fatto che l’artista abbia deciso di esporla alla seconda mostra degli Impressionisti del 1876 è significativo per capire il valore che l’autore le attribuiva.
Nonostante la provocante sensualità, il fascino della ragazza è esaltato dal suo rapporto con la natura, e le sue teneri carni rosee quasi si confondono trai bagliori e le ombre della vegetazione.
La posizione della figura, del resto, non essendo centrale, fa capire che il cespuglio non è un semplice sfondo, anzi le due parti dialogano tra loro: il corpo umano diventa anch’esso espressione della natura.
Quando il dipinto fu esposto per la prima volta suscitò reazioni piuttosto violente: il critico Albert Wolff su “Le Figaro” parlò con disprezzo di un “corpo in putrefazione”. Non mancarono comunque i pareri positivi: Armand Silvestre su “L’Opinion” sottolineò la novità del rosa usato per l’incarnato della ragazza. L’aspetto più sorprendente è che malgrado l’apparente improvvisazione niente è lasciato al caso: densi tocchi di blu segnano la zona sinistra vicino ai contorni rubescenti della fanciulla; il turbinio di colori sembra trovare una breve sosta sul lobo destro dove si appunta un orecchino di corallo; non è improvvisato il miniaturizzarsi della pennellata per accennare il motivo decorativo dell’anello. Eppure il mescolarsi di luci e colori è talmente in equilibrio che la composizione appare come un insieme di dettagli perfettamente in armonia fra loro.

L’opera, firmata in basso a destra, è conosciuta anche come Etude. Torse, effect de soleil, titolo con il quale Renoir la presentò alla seconda
mostra degli Impressionisti. Acquistata da Caillebotte poco dopo l’esposizione, nel 1894 passò da questa collezione allo Stato.
Esposta fino al 1929 nel Musée du Luxembourg, successivamente la tela passò al Jeu de Paume e nel 1986 al Museo d’Orsay.
Esiste anche una versione di più piccole dimensioni, detta Petite baigneuse, che si trova in una Collezione privata.

 

La modella del dipinto

Grazie alla testimonianza di A. Vollard e P. Jamot è nota 1’identità della modella di Renoir. Nonostante si facesse chiamare Anna, il vero nome della giovane era Alme Henriette Leboeuf, nata a Chenoise nel Seine-et-Marne l’11 febbraio 1856 e morta a Parigi, al 47 di rue Lafayette, il 18 febbraio 1879, a soli ventitré anni. Il rapporto stretto fra artista e modella traspare da due lettere: con la prima Renoir chiede al dottor Gachet di visitare la giovane perché malata, con l’altra lo informa dell’avvenuta morte.
Renoir dovette anche aver donato delle sue opere ad Anna, perché tra le due guerre un nipote della donna dichiarò che la sua famiglia possedeva alcuni dipinti dell’artista.

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