DONNA D’ALGERI (ODALISCA)- Pierre-Auguste Renoir

DONNA D’ALGERI (1870)
PIERRE-AUGUSTE RENOIR
National Gallery Of Art – Washington
Olio su tela cm 68 x 125

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Pierre-Auguste Renoir nasce a Limoges nel 1841; giovanissimo svolge un apprendistato di pittura su porcellana presso una bottega parigina prima di diventare, nel 1862, allievo di Charles Gleyre, che dirigeva all’epoca una scuola d’arte privata, e frequenta l’École des Beaux Arts. Qui incontra Claude Monet, Alfred Sisley, Frédéric Bazille, Edgar Degas, Edouard Manet e numerosi altri scrittori e critici. Dal 1870 Renoir partecipa alle esposizioni con gli altri impressionisti e negli anni 1879-1880 espone al Salon. Intorno al 1883 l’artista si distacca dall’impressionismo e soprattutto dalla pittura “en plein air”. Per ovviare ai gravi disturbi causatigli dai dolori reumatici, è costretto a trasferirsi a Cagnes-sur- Mer, nel sud della Francia, a partire dal 1902.
La malattia gli rende estremamente difficoltoso anche impugnare i pennelli, ma egli, con feroce determinazione, arriva al punto di farseli legare ai polsi. Paesaggi, nature morte, frutta e fiori si moltiplicano nel suo universo pittorico fatto di rosa, di rossi e di oro. Negli ultimi anni della sua vita (l’artista muore a Cagnes-sur-Mer nel 1919) i temi centrali della produzione coniugano la sensualità pagana e l’antica tradizione classica proprie della civiltà mediterranea. È uno dei più grandi interpreti del suo tempo, pittore dell’eterno femminile, nessuno ha compreso meglio di lui l’infanzia, la generosa fecondità della natura, i ritmi e la luce.

 

IL DIPINTO

Nella figura femminile sdraiata si riconosce Lise Tréhot, la modella utilizzata da Renoir per una serie di opere dipinte tra il 1865 e il 1870. La tela si inserisce nel contesto delle ricerche pittoriche condotte in quegli anni dall’artista assieme a Monet, Degas, Sisley e Pissarro. Se da una parte il dipinto risente degli studi sui rapporti tra il colore e la luce condotti “en plein air”, dall’altra tradisce anche il debito nei confronti della tradizione pittorica, sulla quale Renoir, memore degli insegnamenti accademici, meditò più volte dandone personali interpretazioni.

La Donna d’Algeri costituisce così un’importante tappa nell’itinerario artistico di Renoir: da un lato rappresenta il culmine delle influenze giovanili di Corot, di Courbet, di Manet e dei pittori della scuola di Barbizon, dall’altro segna l’avvio del cosiddetto periodo “impressionista”. Il riflesso di queste tendenze traspare dalla sicurezza del tratto dei contorni della figura femminile, ultimo omaggio agli insegnamenti del vecchio pittore Charles Gleyre, e nella ricca gamma cromatica del costume orientale, dove Renoir usa i motivi esotici tipici anche di Delacroix; ciò è assunto a pretesto per infinite variazioni sulle tonalità del colore. La luce, penetrando le cromie, conferisce un maggiore risalto ai diversi strati pittorici contribuendo a dare al dipinto un tono omogeneo che unifica i diversi elementi.

La Donna d’Algeri fu esposta assieme a La bagnante con cane grigio al Salon di Parigi dal 1° al 30 maggio 1870. La tela si trova oggi alla National Gallery of Art di Washington.

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Pierre-Auguste Renoir (1867)
Jean Frédéric Bazille (1841–1870)
Museo d’Orsay, Parigi
Olio su tela cm 106 × 47

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