LE BAGNANTI – Gustave Courbet

LE BAGNANTI (1853)
Gustave Courbet (1819-1877)
Musée Fabre, Montpellier
Tela cm 227 x 193

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In un angolo di un fitto bosco, una donna colta di spalle è intenta a fare il bagno nelle acque del piccolo stagno. Liberatasi degli abiti, abbandonati sopra a un ramo, la donna copre parzialmente il corpo nudo con un drappo che scivola lungo i fianchi lasciando scoperte le rotonde natiche. Il suo passo è certo, con la mano destra si fa largo verso lo stagno. Accanto a lei un’altra donna; dall’abbigliamento intuiamo una contadina, che probabilmente si accinge a spogliarsi per seguire l’esempio dell’amica.
Nonostante Gustave Courbet si fosse preoccupato di coprire le nudità della modella con un lenzuolo, alla sua prima esposizione pubblica Le bagnanti suscitò grande scandalo, che era poi lo scopo primario dell’artista che voleva colpire pubblico e critica ben pensante.
L’opera cammina su un duplice binario: da un lato l’attaccamento alla tradizione pittorica, e in questo caso ci pare che il riferimento più immediato sia Rubens, in particolare i caratteri della donna corrispondono a quelli della Venere punta da una spina conservata nella collezione di una università californiana; dall’altro lato, invece, Courbet si sofferma su come il fenomeno artistico e la poetica siano elementi determinati non da scelte di carattere intellettuale ma dalla capacità dell’artista di farsi partecipe nel modo più ampio di una reale tensione e situazione storica.

Firmato in basso a sinistra, il quadro insieme a La filatrice addormentata e I lottatori, fu presentato da Courbet al Salon del 1853, dove vennero acquistati, ad eccezione de I lottatori, dal banchiere Alfred Bruyas, amico e mecenate del pittore. Attualmente l’opera si trova al Musée Fabre di Montpellier.

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Lo scandalo de Le bagnanti

 

P. de Chennevières racconta che durante la sua visita al Salon del l 853 l’imperatrice Eugenia si fermò ad ammirare la robustezza dei cavalli di razza percherons dipinti da Rosa Bonheur; immediatamente dopo, trovatasi davanti a Le bagnanti, chiese ridendo se anche lì si trattava della raffigurazione di percheronnes. Delacroix, invece, si domandò come le grosse natiche delle due donne avrebbero potuto bagnarsi nella piccola pozza d’acqua.

Tanta opulenza in realtà non piacque nemmeno a Baudelaire. Tra le esigue opinioni favorevoli è da registrare quella del filosofo Proudhon che preferì l’opera di Courbet alle Odalische di Ingres, anche se non gli risparmiò alcune critiche: “grasse e obese, brune e splendenti, ma che nessuno certamente scambierà per Diana o Ebe….. Sono semplicemente delle borghesi i cui mariti, liberali sotto Luigi-Filippo, reazionari sotto la Repubblica, sono attualmente dei devoti uomini dell’imperatore”.

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AUTORITRATTO – L’uomo con la pipa (1847)
Gustave Courbet (1819-1877)
Musée Fabre, Montpellier
Olio su tavola cm 45 x 37

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