LES DORMEUSES – Gustave Courbet

LES DORMEUSES (1864)
Gustave Courbet (1819-1877)
Olio su tela cm 200 x 135
Musée des Beaux-Arts de la ville de Paris

Due donne nude, sdraiate su di un letto disfatto, si abbracciano appassionatamente. Dai loro corpi sodi, abbandonati dopo il piacere dell’amore, trasuda una carica sensuale volutamente marcata da Courbet.
A rendere l’atmosfera ancora più calda partecipa il ricco arredamento: il comodino su cui sono sistemati dei preziosi vetri e la consolle su cui è un pregiato vaso con fiori. Le due donne, protagoniste dell’insolito atto d’amore, sono: Jo, la rossa irlandese modella del pittore Whistler, in passato impegnata con Courbet in un dipinto dal soggetto simile a questo e oggi conservato presso il Metropolitan Museum di New York; la bruna è la stessa donna ritratta nel dipinto Venere perseguita Psiche con la sua gelosia, distrutto durante i bombardamenti di Berlino nell’ultima guerra mondiale.
La forte carica erotica della scena ha un preciso rapporto con la letteratura romantica di metà secolo, da Balzac a Baudelaire, ma è inusuale per Courbet, noto per la sua antipatia per questo genere di riferimenti e sempre attento a dipingere la realtà quotidiana. Appare verosimile che egli dipingendo una scena erotica abbia voluto, ancora una volta, scandalizzare la critica benpensante.

Il dipinto, firmato e datato in basso a destra, è stato commissionato a Courbet da Khalil-Bey, un egiziano residente a Parigi che in passato era stato ambasciatore turco a San Pietroburgo. L’uomo sapeva che Courbet aveva dipinto una Venere e Psiche fortemente erotica (si tratta del distrutto dipinto di Berlino). Recatosi nello studio di Courbet, in rue Hautefeuille, il quadro era già stato venduto. Da qui la commissione di una tela che ricalcasse le orme della precedente: in questo contesto Courbet dipinse Les dormeuses.
Quando nel 1864 Courbet presenta il dipinto al Salon fu subito scartato perché considerato dalla giuria troppo audace. Dopo una lunga sosta presso l’appartamento di Khalil-Bey, dove si trovavano anche altre opere di Courbet, per il quadro inizia un lungo pellegrinaggio .da una collezione all’altra di Parigi e solo nel 1953 entra a far parte delle collezioni del Petit Palais.

Charles Baudelaire: Delfina e Ippolita

Ecco i versi di Baudelaire, tratti da “Donne dannate: Delfina e Ippolita“, in I fiori del male, pubblicati nel 1856, che fu la fonte letteraria che ispirò Courbet per Les dormeuses.

Alla pallida luce delle lampade languenti;
Su profondi cuscini impregnati di profumo,
Ippolita meditava sulle possenti carezze
Che l’avevano spogliata del suo giovanile candore.
(…)
Stesa ai suoi piedi calma e piena di gioia,
Delfina la covava con occhi ardenti,
Come un animale forte che sorvegli una preda,
Dopo averla segnata coi denti.

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