IL BENEDICITE – Jean-Baptiste Siméon Chardin

IL BENEDICITE (1740)
Jean-Baptiste Siméon Chardin (1699-1779)
Olio su tela cm 49,5 x 38,5
Museo del Louvre, Parigi

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Nella penombra di una modesta sala da pranzo, intorno a un tavolo sono riunite una madre, che poggia sul tavolo una scodella di minestra, e le sue due bambine intente a pronunciare “Benedicite”, prima parola della preghiera di ringraziamento recitata prima del pranzo. I valori della fedeltà, della dignità, della felicità nella vita semplice a austera sembrano trovare qui, così come ne La mêre laborieuse, pendant di questo dipinto conservato nello stesso museo, un’esaltazione esemplare.
Il gruppo di famiglia è costruito secondo una rigorosa impostazione piramidale, che richiama quella rinascimentale, al centro della quale è l’esile, elegante figura materna che con raffinata grazia si raccorda alle altre. L’episodio si colorisce poi di gustosi inserti di “natura morta”: le stoviglie disposte sulla mensola e i giocattoli che la bambina più piccola ha momentaneamente abbandonato per mettersi a tavola.
Ad evitare di cadere nella facile pittura didascalica è la capacità dell’artista di aver saputo calare questo brano di quotidianità in un’atmosfera soffusa e polverosa, di aver colto il caldo tepore dell’intimità familiare, di aver saputo rendere della rappresentazione una visione quasi sognante, come fatta al lume di una candela, con tutta la sua labilità e il suo fascino. Sono appunto i valori tonali individuati nella gamma dei bruni e dei grigi, tra i quali domina quel prezioso bianco, anch’esso un po’ polveroso, delle cuffiette, delle vesti e della candida tovaglia, concertati dalla sapiente mano del1’artista a rendere ancora più gustoso questo tipico ambiente settecentesco.

L’opera, esposta al Salon nel 1740, fu donata insieme al suo pendant da Chardin a Luigi XV il 27 novembre 1740, e ancora oggi si trova nelle collezioni nazionali.
Dello stesso soggetto esistono numerose versioni, almeno sette, tra le quali una appartenuta a La Caze, anch’essa al Louvre; una, firmata e datata, conservata all`Ermitage di San Pietroburgo.
Altrettanto numerose sono le riproduzioni a stampa e le copie. Delle versioni autografe vennero esposte da Chardin ai Salon del 1746 e del l76l.

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