L’EPOCA DELLA CONTRORIFORMA – IL SEICENTO

Frontespizio di un “mistero” seicentesco

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IL SEICENTO

Durante il XVII secolo in Italia si accentuarono quei sintomi di decadenza che già nel corso del Cinquecento si erano profilati all’orizzonte. Il declino della Penisola coincise con la crisi del predominio spagnolo in Europa e con la lunga lotta tra Francia e Spagna, che raggiunse 1’acme con la “guerra dei trent’anni” (1618-1648). Per l’Italia questa fu una fase di ulteriore frazionamento politico, poiché fu soggetta sempre più a dominatori esterni, e soprattutto di decadenza economica.
Guerre come quella del Monferrato (1613-1617 e 1627-1631) e della Valtellina (1620-1626) procurarono solo miseria e distruzione: intere regioni furono saccheggiate dagli eserciti stranieri, molte città furono devastate e rase al suolo, ed epidemie e malattie sterminarono le popolazioni. Anche l’economia fu duramente colpita: il crollo delle esportazioni italiane e l’abbandono (o la decadenza) degli scambi commerciali vennero accompagnati da un ritorno alla terra. Tuttavia la proprietà terriera continuò ad essere coltivata con metodi arcaici e poco redditizi e perciò buona parte del territorio italiano rimase estraneo al successivo sviluppo economico che coinvolse l’Europa centro-settentrionale.
Dal punto di vista artistico il Seicento fu caratterizzato dal Barocco, una forma di espressione artistica e letteraria derivata dall’esasperazione del manierismo della seconda metà del Cinquecento. L’etimologia della parola barocco non è sicura: tra le più accreditate c’è quella che la fa discendere dal vocabolo spagnolo barroco, che indica una perla dalla conformazione strana e irregolare. Infatti tutta la produzione artistica di questo secolo fu contraddistinta dalla stranezza e dalla bizzarria. In ogni campo venne ricercato l’effetto “meraviglia”: poesia, pittura, scultura e architettura dovevano innanzi tutto stupire e colpire il pubblico mediante parole, immagini e fregi decorativi. Ciò non deve apparire contraddittorio; la paura della morte e il senso di precarietà derivato dalle continue guerre e carestie generarono il bisogno d’evasione nell’arte e nella letteratura, che cosi divennero prevalentemente gioco, divertimento e ricerca dell’effetto stupefacente.
D’altro canto la crisi economica produsse anche uno sconvolgimento delle conoscenze scientifiche fino ad allora ritenute sicure e consolidate. Infatti, nonostante l’azione di controllo della Controriforma, sul versante della scienza e della tecnica si pervenne alla elaborazione del moderno metodo scientifico, che in seguito avrà ulteriori e importanti sviluppi. Le scoperte astronomiche del polacco Niccolò Copernico e del tedesco Giovanni Keplero furono confermate dagli studi e dalle osservazioni di Galileo Galilei, la maggiore personalità della cultura italiana di questo secolo, provocando il ribaltamento delle conoscenze di allora, che si rifacevano ancora agli scritti del filosofo greco Aristotele.
In campo più strettamente letterario, la letteratura italiana attraversò un periodo di decadenza, che va sotto il nome di Barocco o di secentismo. La figura di maggior spicco è quella del poeta Giambattista  Marino (1569-1625), che sapeva usare la penna con molta abilità, senza tuttavia esternare una reale sincerità di ispirazione e di sentimenti. I suoi componimenti denotano una straordinaria capacità di lavorare sulla parola, mostrando di saperne esaltare le proprietà musicali e di utilizzare le sue infinite combinazioni. Tuttavia spesso il contenuto è povero e appare mero gioco.
Soprattutto nel poema Adone egli esagera nel creare metafore strane e nel trovare similitudini e contrasti. Dal Marino discese una vera e propria “scuola” che raccolse i cosiddetti poeti “marinisti”, che si dilettavano a partire da una metafora per inventare le immagini più originali e singolari, senza interessarsi dell’effettivo valore artistico delle loro opere.

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