SCRITTI LATINI - Dante Alighieri

Dante Alighieri (Firenze 1265 – Ravenna 1321)
Ciclo degli uomini e donne illustri (1448-1451)
Andrea del Castagno (1417-1457)
Affresco trasferito su legno
Galleria degli Uffizi, Firenze

ALTRI SCRITTI LATINI

Abbiamo già accennato alla Quaestio de aqua et terra, che Dante tenne, come dice una nota alla fine, nel gennaio del 1320, a Verona. Così abbiamo toccato di due egloghe latine a Giovanni del Virgilio bolognese, opera anch’esse degli ultimissimi anni: e di parecchie lettere di Dante. Tra le altre poche merita ricordare la lunga lettera latina, con la quale l’esule, che vi si chiama, con implacato odio alla sua citta, florentinus natione, non moribus (fiorentino di nascita non di costumi), dedica a Cangrande della Scala il Paradiso. Interessa, principalmente, per intendere il significato allegorico della terza cantica.

OPERE ATTRIBUITE A DANTE

Si è già detto che qualche studioso attribuisce a Dante una raccolta di oltre duecento sonetti, che traducono i punti più vivaci e più scabrosi del Roman de la Rose; cioé del maggior poema allegorico francese. Quel rifacitore porta il nome di Durante. È un fiorentino della fine del Duecento. Anche ammesso che la forma di quei sonetti sia degna del poeta della Vita Nuova e della Commedia: anche ammesso che una raccolta così cospicua sia rimasta sconosciuta ai più antichi biografi di Dante, che non ne parlano; rimane difficile ammettere che Dante, la cui opera é tutta germogliata da occasioni, momenti, inspirazioni della sua vita, si sia potuto raccogliere in un lavoro di non piccola lena, del tutto remoto dalla sua coscienza di nomo e di cittadino e che indulge, talvolta, alla più grossa sensualità. Indubbiamente falsa e poi una goffa parafrasi in terzine del Credo, del Paternoster, dei Salmi penitenziali, nota col nome di Credo di Dante: probabilmente inventata per provare, contro i dubitanti, o a correzione di qualche malinteso luogo della Commedia, la perfetta adesione del poeta alla credenza cattolica.