CURARSI CON LA SALVIA

LA SALVIA

Il suo stesso nome, derivato dal latino salvare, dice tutto.
Nel 1300 i medici della Scuola Salernitana si domandavano:
“Perché muore l’uomo che ha la salvia in giardino?”… e gli stessi saggi davano la risposta:

“Perché nessuna erba è abbastanza potente da debellare la morte”.
Certo sarebbe eccessivo pretendere l’immortalità dalla salvia, però questa erba vi può consentire di trascorrere piacevolmente e in buona salute i giorni che ci sono concessi di passare su questa terra.
Il greco Dioscoride, già ai suoi tempi, la prescriveva per la cura dei malanni più diversi come: emorragie, tagli, febbri, calcoli genito-urinari, mestruazioni irregolari.
Capitolari di Carlo Magno ordinavano di dare alla salvia un posto d’onore nell’orto.
Santa Ildegarda, nel 1100, considerava la salvia una vera panacea: non mi basterebbe mezza pagina per elencare tutti i disturbi contro i quali questa brava santa la riteneva efficace.
Al tempo della tremenda pestilenza di Tolosa, nel 1630, astuti ladri si dedicavano alla spoliazione dei cadaveri senza tema di contagio; furono arrestati e i magistrati offrirono loro salva la vita in cambio del segreto che li proteggeva dal contagio della peste; ammisero che per difendersi dall’infezione si strofinavano il corpo con aceto nel quale era stata fatta macerare della salvia con un po’ di timo, di lavanda e di rosmarino.
Un secolo dopo, in simili circostanze, furono imitati a Marsiglia da altri malfattori i quali aggiungevano alla ricetta originale dell’aglio, e da allora l’aceto dei quattro ladroni è entrato a far parte della farmacopea naturale.
Potrete sempre ricorrervi in caso di epidemie (influenze, ecc.).
La salvia, alla quale il Boccaccio e altri poeti hanno attribuito delle complicità con il rospo, il più perfido compare del demonio, riunisce in sé tutte le virtù medicinali della famiglia delle Labiate alla quale appartiene assieme al timo, alla menta e alla melissa.
Se ne conoscono numerose specie (salvia pratense, salvia verbena, salvia etiopica) tutte caratterizzate dalle foglie morbide, ovali, allungate e vellutate, e dagli strani fiori simili a labbra socchiuse dalle quali sporga una lingua biforcuta (il pistillo).
Le due salvie più diffuse e più comuni sono: la salvia officinale (detta anche tè di Grecia o erba sacra) che si può benissimo coltivare in giardino e la salvia sclarea (o erba moscatella, scanderona, chiarella) che ha la stessa diffusione della vite e che, infatti, si trova spesso lungo i filari.
La salvia, di cui si utilizzano le foglie e i fiori, è prima di tutto stimolante: attiva la circolazione del sangue e favorisce egregiamente l’equilibrio del sistema nervoso. La raccomando vivamente alle persone affaticate (in particolare agli intellettuali e agli studenti sotto esami), agli anemici, ai convalescenti, agli ipernervosi, ai nevrastenici e agli esauriti.
La pianta è anche un forte tonico: calma il vomito e le diarree e, meglio di qualunque altra, agevola le funzioni dello stomaco e dell’intestino.
Le virtù astringenti ne raccomandano l’uso per combattere emorragie, mestruazioni anormali, perdite bianche e tosse.
Le virtù diuretiche, antispasmodiche e ricostituenti, fanno della salvia un prezioso medicamento contro malanni fastidiosi e anche gravi come la ritenzione delle urine, la progressione dei reni, gli edemi, la gotta, i reumatismi e le emicranie.
Non si ferma pero qui la lista delle virtù della mia cara salvia; essa è anche febbrifuga e limita l’eccessiva sudorazione notturna che si accompagna a molte malattie infettive.
Ha un’azione molto benefica sul delicato apparato genitale femminile (tonificando l’utero, regolarizzando le mestruazioni, combattendo le perdite bianche, aiutando le giovinette a trovare il necessario equilibrio ormonale e combattendo i disagi della menopausa).
Sono state riconosciute alla salvia proprietà antidiabetiche: il decotto riporta in breve tempo alla normalità il tasso di zucchero nel sangue.
Per uso esterno ha forti qualità antisettiche (lo sapevano già i ”quattro ladroni” di Tolosa e di Marsiglia). In più guarisce ferite, emorragie e agevola la cicatrizzazione; viene pertanto raccomandata in gargarismi e sciacqui (contro gengiviti, infiammazioni del palato e della gola, afte, tonsilliti dei bambini, carie e ascessi dei denti); la consiglio in lozioni, in impacchi e in bagni per curaro piaghe, ascessi, ulcerazioni, foruncoli, geloni, contusioni, storte e slogature.
Dulcis in fundo, faccio presente che ha delle virtù di ”pianta di bellezza” poiché, come nessun’altra, difende la salute della pelle e ritarda la caduta dei capelli con un’azione tonica e disinfettante del cuoio.

raccolta

Sia pure in misura diversa, le salvie hanno tutte le medesime virtù. Cogliete pertanto quella che vi sarà più comodo trovare.
Prendete le foglie ei fiori subito prima della fioritura che avviene in periodi determinati dalla località, dal clima e dall’altitudine.
Essiccate all’ombra in un locale ben ventilatore e conservate la pianta in mazzetti appesi al soffitto o in sacchetti di carta.
Se potete coltivarla nell’orto, scegliete la specie officinale che predilige terreno asciutto, leggero, calcareo e pietroso. Seminarla o piantare i cespi interi, che vi sarete procurati da un orticoltore, o stoloni, talee, margotte. Sarchiate spesso e, il primo inverno, proteggetela con della paglia per difenderla dal gelo; se abitate in una regione dove gli inverni sono particolarmente rigidi, ripetere questa operazione ogni anno.
Per tradizione, in Francia, la salvia si raccoglie, nel Mezzogiorno, il giorno di san Giovanni (24 giugno) e altrove da luglio ad agosto.
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Preparazione e impiego

In cucina usata salvia in abbondanza: sulle carni arrostite, nelle salse, nella zuppa al pesto, ecc. Più ne mangerete e meglio vi sentirete.
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INFUSO di foglie e di fiori : mettete una mezza manciata di miscela essiccata in un litro d’acqua. (Una tazza dopo i pasti, come tonico, digestivo e stimolante; una tazza prima di dormire, contro l’insonnia, le angosce ei sudori freddi)
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DECOTTO di foglie e di fiori  (per uso esterno: lozioni, frizioni, shampooings, impacchi, irrigazioni vaginali, clisteri, ecc.) : mettete una manciata e mezzo di salvia in un litro d’acqua.
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BAG ALLE MANI E PEDILUVI : stesse proprietà del decotto precedente.
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VINO  (fortificante, ricostituente, ecc.) : su due manciate di salvia versate un litro di vino rosso bollente; lasciate in infusione per 1/4 d’ora; passate e zuccherate a volontà. (Un bicchierino ai pasti, un altro prima di dormire.)
Altra ricetta: lasciate macerare 3 o 4 manciate di salvia in un litro di buon vino bianco o rosso, per una settimana. (Un bicchierino ai pasti.)
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VINO per uso esterno  (sulle piaghe) : lasciate macerare una manciata di salvia in 1/4 di litro di vino, per tre giorni.
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LIQUORE : si può preparare un ottimo liquore, profumato e ricco di virtù medicinali, lasciando macerare per una settimana una manciata di salvia in 1/2 litro d’acquavite.
(Un cucchiaino da caffè al giorno, per via interna. Si usa anche per uso esterno in frizioni sulle parti doloranti.)
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TINTURA : fate macerare per due settimane una manciata di foglie della pianta in 1/4 di litro d’alcool a 90°; filtrato (uso esterno: contro i dolori, in frizioni per accelerare la circolazione del sangue, ecc).

     

NOTA

Anche se la salvia possiede mille virtù, ciò non toglie che questa sia controindicata per gli individui dal temperamento sanguigno (molto esuberanti, dal viso rosso, ecc.); in pratica non farebbe che aumentare il loro ”eccesso di sangue”.

I biliosi, i malinconici, gli apatici vi troveranno invece ciò che manca loro per riacquistare un giusto equilibrio.
Alle persone che soffriranno di arterite consigliando un pizzico di salvia e di menta pizzico di verbena.

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ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA

ABCDEFG – H – I – J – KLMNOPQRST – U – V – W – X – Y – Z

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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
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