RONDA DI NOTTE – Rembrandt

RONDA DI NOTTE (1642)
Van Rijn Rembrandt (1606-1669)
RIJKSMUSEUM, AMSTERDAM
Olio su tela cm 359 x 438

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Sullo sfondo di una grande arcata in muratura, una compagnia di uomini sta preparandosi a partire. Sulla sinistra uno di loro carica il fucile sotto una bandiera che un soldato in posizione sopraelevata sta issando come vessillo.
Sulla destra, sotto un incrociarsi di lance, davanti ad uomini ben armati che attirano la curiosità timorosa di un piccolo cane, una figura con un tamburo a tracolla ci guarda quasi sospettosa mentre in primo piano due eleganti signori si apprestano a guidare la truppa. Colpisce il fine contrasto cromatico degli abiti e dei cappelli che indossano, bianco con rifiniture dorate quello dell’uomo con la spada, scuro invece quello del tipo dal mento pizzuto che indica con una mano
verso di noi. È lui, certamente, il protagonista del quadro ed è identificabile con Franz Banning Cocq, comandante della compagnia della Guardia Civica. L’identità di diciotto dei personaggi rappresentati è nota in quanto i loro nomi sono scritti sul grande scudo sospeso ad un angolo dell’arcata sullo sfondo, mentre le altre figure possono definirsi comparse aggiunte dal pittore per movimentare la scena; come le due figure di bimbe, illuminate da una luce enigmatica: è difficile spiegarne la presenza, senza ammettere un probabile significato allegorico.

L’opera fu eseguita per la gilda degli Archibugieri e destinata a decorare una sala del Quartier Generale della Guardia Civica. La tela fu poi trasferita nel 1715 nella sala della Corte Marziale del Municipio e tagliata su ogni lato per adattarne le misure alla nuova collocazione. L’erronea denominazione Ronda di notte deriva dallo strato di sporco accumulatosi sul dipinto prima del restauro del 1946-1947 che faceva pensare alla rappresentazione di una scena notturna.

 

La cacciata di Adamo ed Eva dallo studio di Rembrandt

Al tempo, essere allievi di un artista significava vivere insieme a lui e la fama aveva fruttato a Rembrandt un così gran numero di allievi che questi, per risolvere il problema dell’affollamento, aveva dovuto spartire con separés lignei la propria bottega.
Un giorno alcuni apprendisti videro un loro compagno che conduceva nella sua stanza una donna con la scusa di doversi esercitare sul nudo. Maliziosi, i giovani spiarono da una fessura e incominciarono a rumoreggiare incuriosendo il maestro che, avvicinandosi, guardò anch’egli dal buco proprio mentre il giovane allievo, nudo, diceva alla modella: “Ora siamo come Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, perché anche noi siamo nudi”. “Visto che vi siete accorti di essere nudi – replicò ad alta voce Rembrandt, certo comprensivo ma fermo nella sua volontà educativa, – dovete andarvene dal Paradiso Terrestre”.

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