VIOLINO – Pablo Picasso

VIOLINO (1912)
PICASSO Pablo (1881-1973)
Museo Picasso, Parigi
Papier collé cm 65 x 50

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Al suo ritorno a Parigi, nell’autunno del 1912, Picasso si dedicò a una serie di dipinti eseguiti con una nuova tecnica: il “papier collé” ottenuto mediante l’accostamento di frammenti di carta (giornali, cartone ondulato ecc.). Fra questi è anche Violino, sicuramente una delle opere più minimali del “Cubismo Sintetico”.
L’artista ricostruisce lo spazio reale attraverso l’uso di piani semplificati; la composizione è chiara, formata da pochi elementi, da linee sintetiche. Il colore è limitato a una gamma monocromatica, così da conferire maggior forza espressiva agli elementi strutturali della composizione.
Grazie all’uso di materiali diversificati e tecnica mista, dal 1907 al 1915 Picasso si dedicò all’elaborazione di un nuovo linguaggio artistico che vede l’arte ridotta a segno, dove forma e colore non devono riflettere necessariamente la natura com’è, ma devono comunicare allo spettatore l’idea dell’altista:

“La natura è una cosa, la pittura un’altra. La pittura è un equivalente della natura”.

Il Cubismo fu per Picasso un banco di prova per cercare di fare uscire la pittura dalla pura imitazione della natura, verifica questa necessaria per affermare l’autonomia dell’immagine dipinta.
In fondo la definizione del Cubismo non può assolutamente essere ridotta a stile che tende a deformare l’immagine, piuttosto è il tentativo di ricostruire l’immagine partendo dai suoi vari frammenti.

Nonostante l’opera non sia datata, generalmente si crede che si tratti di un lavoro eseguito da Picasso nell’autunno del 1912.
Essa compare all’esposizione “Picasso’s Picasso” allestita all’Hayward Gallery di Londra nel 1981. Il dipinto, da sempre parte della collezione privata dell’artista, è oggi conservato presso il Museo Picasso di Parigi.

 

Gli esordi del Cubismo

L’inizio del movimento cubista si può far coincidere con Les Demoiselles d’Avignon (New York, Museum of Modern Art).
L’opera, dipinta da Picasso nel 1907, non piacque non solo alla critica ma persino agli amici dell’artista e a Braque, l’altro esponente di spicco del Cubismo.
Sia Picasso che Braque si dedicarono ad una pittura rigorosamente strutturata, che si avvaleva in maniera quasi ossessiva dell’incidenza di linee rette e di piani. Proprio grazie a queste caratteristiche, che provocarono l’ostilità della critica, il movimento venne etichettato come Cubismo.
Dal 1910 in poi il rivoluzionario linguaggio formale si diffuse in tutta Europa, influenzando giovani artisti attivi in Italia, Germania, Russia e Inghilterra.

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