CURARSI CON IL CAVOLO (Verza)

 

  

IL CAVOLO

La grande perizia che ho quale “stiratore di cavoli” ha spesso suscitato l’ilarità di molti miei amici. Provate a immaginare un poveraccio tormentato dalla lombaggine, dalla sciatica, dai reumatismi o dalla gotta che assiste allo spettacolo del medico che srotola il filo del ferro da stiro e, dopo aver eliminato la costa centrale di una bella foglia di cavolo; si mette a stirarla fino a darle la morbidezza del velluto. Che razza di cura! direbbe. Ebbene, è efficacissima.

Il cavolo? Guardatelo bene questo pancione paludato di verde o di rosso negli orti coperti dalle prime nevi. Si direbbe che abbia la sfericità della terra o la rotondezza delle guance di un bambino paffuto. Pensereste mai che è una pianta medicinale di prim’ordine?
Il cavolo, sovrano degli orti, ha tutta la generosità di un re; nella stagione fredda la minestra che ci offre farebbe risuscitare un morto.
In Guascogna vige l’usanza nelle campagne di salutarsi di primo mattino con la frase:
“Adichats, as dejunat?”, che vuol dire letteralmente:
“Hai mangiato una buona minestra per colazione?”.

Per fortificare le virtù della zuppa di cavolo al mattino c’è chi vi aggiunge un bicchiere di buon vino rosso…

La varietà selvatica la troveremo sugli strapiombi battuti dal mare, dove l’aria odora di salsedine ed è piena dei gridi dei gabbiani. È una pianta imponente, di color verde-azzurro, dalle larghe foglie ricurve e un grande lobo terminale ondeggiante al vento. Il gambo, forte e coriaceo, mostra le indelebili cicatrici lasciate dalle foglie staccate e porta, nella parte terminale, i fiori gialli a quattro petali e quattro sepali.

Il cavolo selvatico che cresce sulle rocce a picco sull’Atlantico è l’antenato di quasi tutti i cavoli coltivati. Gli incroci, le selezioni, le manipolazioni genetiche ci hanno dato innumerevoli varietà: cavolo bianco, cavolo rosso, cavolo verza, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo rapa.
Mangiatene a sazietà in tutte le sue varianti e cucinato in qualsiasi modo: ne trarrete sicuramente grandi benefici.
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Gli antichi adoperavano il cavolo solamente come pianta medicinale.
II greco Crisippo, oscuro medico dell’antichità, gli dedicò un trattato; il filosofo e scienziato Pitagora ne lodò le virtù e il grande Ippocrate lo prescriveva per curare coliche e dissenteria.
A Roma, Catone il Vecchio non si stancava di ripetere che i latini avevano potuto fare a meno di medici per secoli grazie al cavolo.

L’autore Floridius Macer ne ha decantato le proprietà vermifughe nel poemetto De herbarum virtutibus.

Spesso il cavolo viene definito “il medico dei poveri”. Io stesso ho avuto modo di verificare virtù già conosciute nell’antichità e scoprirne di nuove.
Il cavolo è vermifugo, per uso esterno è un disinfettante e un cicatrizzante contro scottature, ulcerazioni, piaghe, e un ottimo rimedio contro punture di insetti (vespe, api, ragni).
È un buon lenitivo per reumatismi, gotta, dolori intercostali e sciatica (applicate la foglia sulla parte dolorante dopo averla ammorbidita con una passata di ferro da stiro).
Libera le vie respiratorie, sia sotto forma di gargarismi (angine e abbassamenti di voce) che per via interna (bronchiti, pleuriti).
Una signora di una cinquantina d’anni, vittima di una bronchite cronica, andò dal medico erborista, che le prescrisse grandi quantità di cavolo in minestre e in insalata: in due mesi era guarita.
Ha azione antiscorbutica grazie all’alto contenuto di vitamina C, è un valido antidoto contro la dissenteria e offre all’organismo un elemento indispensabile: lo zolfo.
Il decotto, soprattutto, lo considero il migliore dei depurativi; con questo preparato, ogni primavera, mi sottopongo io stesso a una vera cura di disintossicazione.
Il cavolo infine è un potentissimo calmante contro il nervosismo e l’insonnia: gli ansiosi,
coloro che affrontano apprensivamente gli esami, i depressi, i nevrastenici, i “sempre stanchi” farebbero bene a sfruttarne al massimo le virtù.
 
 

Raccolta

Tutte le varietà del cavolo sono efficaci; se ne trova praticamente in tutte le stagioni – dal cavolfiore primaverile ed estivo alla verza e al cavolo rosso che svernano sotto la neve.

Preparazione e impiego

SUCCO (vermifugo): spremete il succo del cavolo attraverso una tela fine. (Bambini: 3 cucchiai da minestra al giorno. Adulti: doppia dose.)
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SCIROPPO contro le angine (in gargarismi), l’abbassamento di voce (da bere caldo con del miele) e i disturbi delle vie respiratorie: spremete il succo del cavolo come sopra; fatelo cuocere con un peso uguale di miele o di zucchero; lasciate raffreddare. (Da 6 a 7 cucchiai da minestra al giorno.)
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DECOTTO di cavolo verde (cirrosi epatica, dissenteria, malattie intestinali): mettete due grandi foglie fresche in un litro d’acqua. (Da 2 a 3 tazze al giorno, come depurativo.
Per una cura primaverile aumentare la dose fino a 5 tazze al giorno per una settimana.
Prendetene anche una tazza alla sera., come tisana, se andate soggetti a incubi.)
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DECOTTO per uso esterno (applicazioni al ventre contro i mali di fegato e d’intestino, sul basso ventre contro i dolori dell’apparato genitale, sul petto contro la tosse e la bronchite, sulle tempie contro l’emicrania): 4 foglie fresche per litro d’acqua.
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IMPACCHI di foglie di cavolo: ricoprite completamente la piaga, la scottatura o l’ulcera di foglie molto fresche, molto lisce e molto pulite; rinnovate 2 volte al giorno.
Potete anche ammorbidire l’impacco lasciandolo macerare per un’ora nell’olio d’oliva: avrà tutta la delicatezza voluta.
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IMPIASTRI contro la gotta, i reumatismi, la sciatica, i dolori muscolari, le varici, le ulcere, le emorroidi: scaldate leggermente le foglie di cavolo (col ferro da stiro) prima di applicarne diversi strati sulla parte dolente; ripetete due volte al giorno.
Vi consiglio anche le foglie di cavolo calde sul fegato (in caso di dolori), sul ventre (dolori intestinali, diarree, dissenteria, mestruazioni dolorose), sulla fronte (emicranie), sul petto e la gola (raffreddore, asma).
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BAGNI ALLE MANI E PEDILUVI: misurate 100 grammi di belle foglie per litro d’acqua.
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A TAVOLA: mangiate tutto il cavolo che volete; si digerisce molto più facilmente di quanto si creda, specialmente i crauti, che contengono fermenti lattici e disinfettano l’intestino; la componente indigesta in questo piatto sono i salumi che eventualmente lo accompagnano.

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ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA

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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
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