VENERE AL BAGNO (Toilette di Venere) – Pieter Paul Rubens

VENERE AL BAGNO (Toilette di Venere) (1613)
Pieter Paul Rubens
Staatliche Kunstsammlung, Vaduz
Tavola cm 124 x 98

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La Venere nuda è raffigurata seduta, di spalle allo spettatore. La schiena è accarezzata dai lunghi capelli biondi, le bianche carni contrastano con lo scuro volto della donna di colore e con il rosso acceso dei velluti, impreziositi dalle gemme. Venere si rimira, consapevole della sua bellezza, in uno specchio di puro cristallo. Tutta la scena si svolge in un interno avvolta in un’intima atmosfera. La mitologia suggerisce a Rubens un mondo felice, popolato da opulente dee di una grazia ambigua e sensuale con un fascino sottile ed intrigante.
Nella  Toilette di Venere sono evidenti i richiami all’arte italiana, affiora con grande forza il cromatismo veneto, in particolare quello di Tiziano, e non appare casuale che lo stesso tema fu trattato anche dal famoso artista. Queste indicazioni stilistiche permettono di datare il dipinto fra il 1613 e il 1615. Rubens fu saggio amministratore delle sue invenzioni, in gran parte replicate all’interno della sua bottega dai laboriosi allievi e collaboratori, occupati a smaltire le numerose commissioni. Lo stesso soggetto viene ulteriormente rappresentato da Rubens in un altro dipinto che reca lo stesso titolo, eseguito nel 1628, conservato presso la Fondazione Thyssen-Bornemisza, a Lugano. In questa opera più tarda la Venere è disposta verso lo spettatore, lo specchio è sorretto da Cupido, identificabile grazie alla presenza dell’arco e delle frecce.

La Toilette di Venere si trova attualmente a Vaduz, esposta allo Staatliche Kunstsammlung che accoglie la prestigiosa Collezione Lichtenstein.

 

I due grandi amori di Rubens

Rubens si sposò due volte e i due matrimoni furono ugualmente felici. La prima moglie fu Isabelle Brant, alla quale l’artista era legato da un’unione basata su un’intesa profonda, armoniosa, fatta di comprensioni e affinità spirituali, cementata anche dal dolore della perdita della loro primogenita, Chiara Serena, morta nel 1623 a soli dodici anni. Isabelle si spense molto presto a trentacinque anni, il 20 giugno 1626, forse a causa della peste o forse per un male incurabile allo stomaco.

Rubens trascorse molti anni sconvolto dalla mancanza della moglie. Solo molto più tardi, in età avanzata decise di risposarsi con una ragazza borghese giovanissima: Elena Fourment, di appena diciassette anni, undicesima figlia di Daniel e Chiara Stoppaert, amici da molto tempo della famiglia del pittore. La cerimonia ebbe luogo il 6 dicembre 1630. Nonostante la tenera età, Elena era già una donna pienamente matura fisicamente, di grande vitalità ed energia. Il pittore, cinquantenne, rimase abbagliato dall’opulenza della ragazza. Rubens contraccambiò l’amore delle sue donne immortalandole in numerosi suoi dipinti.

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