BETSABEA AL BAGNO – Pieter Paul Rubens

BETSABEA AL BAGNO (1635 circa)
Pieter Paul Rubens (1577-1640)
Olio su tela cm 175 x 126
Gemäldegalerie, Berlino 

Secondo la narrazione biblica, Betsabea era una donna di grande bellezza; il re David si innamorò di lei, divenne suo amante e fece uccidere il marito Urie, suo ufficiale, per poterla sposare (Il Libro di Samuele, 11). Per questa azione malvagia il Sovrano fu aspramente rimproverato dal profeta Nathan. La scena rappresentata da Rubens in quest’opera è più simbolica che narrativa: il vero soggetto non è la bellezza della donna, ma il messaggio che Betsabea riceve e la sua reazione. La composizione è piuttosto complessa; la giovane è sorpresa dall’improvvisa irruzione del messaggero e rimane come bloccata in una posa precaria. Il piccolo cane che abbaia mette in evidenza la tensione del momento; il volto leggermente stupito della donna è, al contrario, rilassato. Nello sguardo lontano sembra possibile presagire tutti quegli eventi che dovranno accadere e questa impressione è rafforzata dalla furtiva presenza, al balcone, di re Salomone, il figlio che nascerà dall’unione di Betsabea con re David. Il soggetto biblico è trattato in maniera molto sensuale e non soltanto per la presenza della graziosa serva che pettinai lunghi capelli di Betsabea, ma anche per i morbidi drappeggi, i
gioielli, la fontana con l ‘Amorino, l’acquamanile.
La scena si svolge tutta in primo piano e anche se dietro i personaggi si innalza una costruzione monumentale, l’effetto che ne deriva è quello di un’atmosfera intima e raccolta. La modella, che appare anche in molte altre opere di Rubens sotto le spoglie più varie (come Didone, Andromeda, Susanna, Maria Maddalena….), è Elena Fourment, sua seconda moglie. Il pittore la sposò, appena sedicenne, il 3 dicembre 1630. In quella occasione la ritrasse con l’abito nuziale (Elena Fourment in abito nuziale).

Questa tela è una delle opere lasciate in eredità da Rubens e fu trasferita da Parigi a Dresda nel 1749. Il tema di Betsabea al bagno, come quello di Susanna e i vecchioni, veniva raramente trattato prima della fine del XVI secolo; dopo il Concilio di Trento (1545-1563) questa scena fu considerata come un’allegoria della purezza. Anche numerosi altri pittori si cimentarono con questo soggetto, mascherando sotto i tratti di Betsabea i loro sensuali nudi femminili.

Elena Fourment in abito nuziale, Monaco, Alte Pinakothek

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