ENERGIA ALTERNATIVA – LA PRIMA REAZIONE NUCLEARE

IL PRIMO REATTORE NUCLEARE INAUGURA UNA NUOVA ERA

Nel 1942, nell’Università di Chicago, negli Stati Uniti, il fisico italiano Enrico Fermi costruì la prima pila atomica. Era costituita (vedi immagine sopra) da alcuni strati di blocchi di grafite alternati aa’ altri blocchi in cui erano stati sistemati gli elementi di uranio. L’isotopo fissile 235 dell’uranio, liberando neutroni, innescò la prima reazione nucleare a catena nella storia dell’umanità.

ENERGIA NUCLEARE 

La prima reazione nucleare

Molti scienziati, che concorsero alla produzione delle prime bombe atomiche, furono perseguitati da complessi di colpa, per aver contribuito alla creazione di ordigni dal terribile potere distruttivo. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli scienziati poterono rivolgersi alla ricerca delle applicazioni pacifiche dell’energia dell’atomo. Ma i progressi in questo settore non si sono dimostrati rapidi quanto ci si poteva attendere.
L’energia nucleare fu generata per la prima volta negli Stati Uniti, nel 1942. Oggi, a piú di quarant’anni da quella data storica, le centrali nucleari forniscono meno del 10% dell’intero fabbisogno energetico dei maggiori Paesi industrializzati. E per una sorta d’ironia della storia, lo sviluppo pacifico dell’atomo, iniziato negli anni Cinquanta come un atto di fede nella forza ideale dell’uomo, incontra in questi anni la ferma opposizione di una nuova generazione di idealisti, che si dimostra altrettanto impegnata.
In principio le critiche all’impiego dell’energia nucleare a scopi pacifici furono scarse, anche quando, nel 1957, il reattore al plutonio di Windscale, in Inghilterra, si incendiò, bruciando per diverse ore ed emettendo radioattività. Ma nel 1979, quando un incidente meno grave si verificò nella centrale nucleare di Three Mile Island, in Pennsylvania, negli Stati Uniti, le reazioni popolari continuarono per parecchi mesi, tanto che l’impianto dovette essere fermato.
Si può quindi affermare che in vent’anni, il tempo intercorso tra i due incidenti, agli occhi di molti l’energia nucleare si sia trasformata da speranza in minaccia. Gli oppositori sostengono che l’energia nucleare è costosa, poco sicura, una fonte potenziale di inquinamento e comunque un impulso alla proliferazione delle armi atomiche. Alla prima contestazione i sostenitori delle centrali nucleari oppongono i puri costi di gestione, sulla base dei quali una centrale si ripaga da sé nel tempo. Ma i loro avversari replicano che ciò è vero solo in parte, quando non si considerino i costi reali per l’installazione di una centrale nucleare, sia perché questi rientrano negli stanziamenti militari, sia perché non sono stati sufficientemente vagliati, alla stregua del problema delle scorie nucleari radioattive.

I rischi di incidenti

Gli oppositori ricordano anche gli incidenti verificatisi, non solo a Windscale e a Three Mile Island, ma altrove. E aggiungono che, nonostante le rigorose misure di sicurezza rendano assai poco probabile l’eventualità di un incidente di grandi proporzioni, le sue conseguenze sarebbero incalcolabili, se si dovesse verificare per un caso qualsiasi, soprattutto in un mondo che dovesse ospitare migliaia di reattori nucleari in funzione. Quanto all’inquinamento, le critiche si basano sul fatto che le scorie, prodotte nei processi di fissione nucleare, contengono isotopi – atomi di uranio con masse diverse – la cui attività radioattiva decade con estrema lentezza. Nel 2681, forse anche oltre, questa radioattività continuerebbe a rappresentare una minaccia letale per l’umanità. Oggi le scorie vengono trattate alla stregua di normali liquidi, sigillate cioè in contenitori a doppia parete, raffreddati con acqua fatta circolare in tubi tra le due pareti. Ma la resistenza di questi contenitori non supera i dieci lustri ed è perciò assolutamente necessario trovare soluzioni alternative, piú durature ed efficaci.
Quanto poi alla proliferazione, è vero che ogni reattore nucleare trascina con sé, come un’eco della propria storia, la possibilità di servire alla fabbricazione di armi atomiche. Usando la tecnica nota come rigenerazione, per cui un reattore produce materiale fissile piú di quanto ne consumi, si può ottenere plutonio sufficiente alla costruzione di bombe atomiche. Secondo le critiche degli oppositori, gli impianti nucleari, moltiplicandosi, potrebbero indurre i governi di molti Paesi, forse anche singoli individui o gruppi terroristici, a impiegare questo plutonio a scopi niente affatto pacifici. La risposta del governo degli Stati Uniti a questo dilemma è stata semplicemente l’astensione dalla politica di rigenerazione nucleare, visto che il plutonio rappresenta un prodotto troppo pericoloso per trattarlo alla stregua di un comune articolo in vendita.
Ma in questo modo l’energia nucleare non sembra poter avere un futuro, considerando che le riserve naturali di uranio sono, con ogni probabilità, insufficienti ad alimentare tutti gli impianti nucleari tradizionali. I governi europei non hanno seguito l’esempio degli Stati Uniti, ritenendo questo prezzo troppo alto da pagare, e per di più queste misure insufficienti
a impedire la proliferazione degli armamenti atomici. Tuttora questo grave problema rimane insoluto.
Le diverse considerazioni contro l’impiego pacifico dell’energia nucleare hanno trovato in questi anni molti sostenitori, soprattutto tra le generazioni piú giovani.
La contestazione si esprime anche col sostegno dei partiti politici, attraverso l’organizzazione di referendum popolari,
spesso ricorrendo a manifestazioni sui luoghi scelti per l’installazione di nuove centrali nucleari. Per tutti questi motivi l’ultimo decennio ha visto parecchi Paesi rinunciare a sviluppare una loro politica nucleare, nonostante la grave crisi energetica in atto.

Enrico Fermi

 

Come risolvere il problema delle scorie nucleari radioattive? Una proposta è stata avanzata ultimamente. Sono stati infatti condotti esperimenti con materiali analoghi non radioattivi. Fondendoli con sostanze vetrose, questi si trasformano in blocchetti rotondi; come quello illustrato qui sotto. Questi blocchetti potrebbero essere depositati in fondo ai pozzi di miniere abbandonate.

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