CURARSI CON L’ARNICA MONTANA

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ARNICA MONTANA

A Crauglio non cresce l’arnica. Da ragazzo, quando mi era possibile, andavo a raccoglierla sulle Alpi Carniche, quelle montagne tanto care al mio animo giovanile, per poi curare le contusioni e i lividi che ci infliggevamo nei nostri giochi infantili.
L’elenco dei nomi popolari di questa grande “margherita” giallo arancione dalle foglie disposte in cerchio alla base dello stelo (eccetto due opposte l’una all’altra a metà dello stelo), è molto pittoresco.
La chiamano arnica, betonica, erba dei pescatori, tabacco dei savoiardi (o dei cappuccini o dei Vosgi o delle Alpi), chinino dei poveri, erba starnutatoria e, soprattutto, panacea per le cadute.

Le sue virtù sono molteplici: l’arnica stimola il sistema nervoso e gli apparati digerente, respiratorio e circolatorio. L’arnica è stimolante dell’appetito, diuretica, purgativa e febbrifuga. Libera i bronchi dal catarro, aiuta a regolarizzare le mestruazioni, ha un’azione innegabile contro la gotta e la dissenteria e ho potuto personalmente rendermi conto delle sue virtù in casi di tosse convulsa, polmonite e angina pectoris.
Ma l’arnica, la panacea per le cadute, è il rimedio universale contro traumi e contusioni: applicata esternamente aiuta i tessuti a riformarsi ed elimina meglio di qualsiasi altra medicazione gli ematomi (talvolta purulenti) conseguenti a ecchimosi, contusioni e distorsioni. Con la tintura, ha successo non solo nella cura di traumi ma anche per ferite e foruncoli; qualche volta arriva a guarire casi di acne refrattaria a tutti gli altri medicamenti.

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Raccolta

L’arnica si trova solamente nei prati di montagna e in terreni acidi. Fiorisce da giugno ad agosto. Raccoglietene i “fiori” (per i botanici si tratta di infiorescenze, ovvero grappoli di fiori) prima che si schiudano del tutto. Non trascurate di raccoglierne con cura anche le foglie e qualche radice.
La pianta si secca molto facilmente e si conserva a lungo all’ombra.
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Preparazione e impiego

Per uso interno, bisogna essere molto cauti perché l’arnica può provocare stordimenti, tremori e traumi nervosi..
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INFUSO E DECOTTO di fiori: mai superare i 10 pizzichi di fiori freschi per litro d’acqua; 5 bastano. I fiori secchi sono meno attivi e quindi ne userete fino a 15 pizzichi. Filtrate accuratamente il vostro preparato in maniera da trattenere tutti i residui che potrebbero irritare la gola.
(Una piccola tazza al giorno come stimolante, diuretico, aperitivo e febbrifugo.)
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INFUSO E DECOTTO di foglie: non superate mai i 15 pizzichi di foglie secche per litro d’acqua. (Una tazza al giorno.)
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INFUSO E DECOTTO di radici: mai più di 5 pizzichi di radice tritata per litro d’acqua. (Una tazza al giorno.)
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TINTURA di fiori secchi, contro la gotta, la tosse convulsa, la polmonite e l’angina pectoris: fate macerare per due settimane 10 pizzichi di fiori secchi in un bicchiere di alcool a 90°; usate unicamente questa tintura in gocce in una tisana dolce (una goccia il primo giorno, 2 il secondo e così di seguito fino a 7 al giorno per poi ritornare gradualmente a una goccia).

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TINTURA DILUITA per uso esterno: preparate la tintura come sopra; scioglietela in almeno 3 volte (ma sarebbe meglio 10 volte) il suo volume d’acqua. Potete preparare le tinture con la pianta intera: stesse proporzioni e stesse precauzioni. (Traumi, lividi, ferite, ecc.)


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ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA

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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.