INGRES Jean-Auguste-Dominique
Pittore francese (Montauban 1780 – Parigi 1867).
Dopo aver frequentato l’accademia di Tolosa, proseguì i suoi studi sotto la guida di David a Parigi. Nel 1801 vinse il Prix de Rome, ma poté recarsi in Italia solo nel 1806, dove avrebbe dimorato per ben 18 anni, approfondendo la sua cultura pittorica sui testi dei grandi quattrocentisti e in particolar modo di Raffaello.
Le suggestioni italiane volgono la sua sensibilità verso un ideale di purezza formale, non disgiunto dalla vocazione eclettica della sua ricerca stilistica, tesa all’amalgama delle fonti più diverse nell’armonia dell’immagine. I suoi ritratti e gli splendidi nudi femminili (La grande bagnante, 1807; La bagnante di Valpinçon, 1808; La grande odalisca, 1808) sono risolti nella nitidezza compositiva di ricercatissimi arabeschi lineari e nella straordinaria vividezza degli effetti di luce e colore.
Il raffinato linearismo e la sensibilità cromatica e luministica si compongono in una sintesi perfettamente equilibrata di elementi intellettuali e passionali. La forza polemica e di rottura del primo Romanticismo esasperò, anche sul piano delle valutazioni critiche, il contrasto tra Ingres e Delacroix, l’uno tenacemente vincolato alla grande tradizione francese, l’altro orientato piuttosto verso una chiave di solennità oratoria.
Nel 1825 fu eletto membro dell’Istituto e direttore dell’Accademia di Francia a Roma, mentre la sua ricerca pittorica si incamminava verso esiti di sempre maggiore idealizzazione (Venere Anadiomede, La sorgente, Il bagno turco) e, nel contempo, di robusta drammaticità (Apoteosi d’Omero, Martirio di San Sinforiano, Apoteosi di Napoleone, Gesù tra i dottori).
Dopo aver frequentato l’accademia di Tolosa, proseguì i suoi studi sotto la guida di David a Parigi. Nel 1801 vinse il Prix de Rome, ma poté recarsi in Italia solo nel 1806, dove avrebbe dimorato per ben 18 anni, approfondendo la sua cultura pittorica sui testi dei grandi quattrocentisti e in particolar modo di Raffaello.
Le suggestioni italiane volgono la sua sensibilità verso un ideale di purezza formale, non disgiunto dalla vocazione eclettica della sua ricerca stilistica, tesa all’amalgama delle fonti più diverse nell’armonia dell’immagine. I suoi ritratti e gli splendidi nudi femminili (La grande bagnante, 1807; La bagnante di Valpinçon, 1808; La grande odalisca, 1808) sono risolti nella nitidezza compositiva di ricercatissimi arabeschi lineari e nella straordinaria vividezza degli effetti di luce e colore.
Il raffinato linearismo e la sensibilità cromatica e luministica si compongono in una sintesi perfettamente equilibrata di elementi intellettuali e passionali. La forza polemica e di rottura del primo Romanticismo esasperò, anche sul piano delle valutazioni critiche, il contrasto tra Ingres e Delacroix, l’uno tenacemente vincolato alla grande tradizione francese, l’altro orientato piuttosto verso una chiave di solennità oratoria.
Nel 1825 fu eletto membro dell’Istituto e direttore dell’Accademia di Francia a Roma, mentre la sua ricerca pittorica si incamminava verso esiti di sempre maggiore idealizzazione (Venere Anadiomede, La sorgente, Il bagno turco) e, nel contempo, di robusta drammaticità (Apoteosi d’Omero, Martirio di San Sinforiano, Apoteosi di Napoleone, Gesù tra i dottori).
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Napoleone I sul trono imperiale (1806)
Jean-Auguste-Dominique Ingres,
Musée de l’Armée
Olio su tela cm 259 × 162
Jean-Auguste-Dominique Ingres,
Musée de l’Armée
Olio su tela cm 259 × 162
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