STORIA DEI PAESI FRIULANI – COLLOREDO DI MONTE ALBANO

COLLOREDO DI MONTE ALBANO 

Frazioni: Aveacco, Caporiacco, Entesano, Laibacco, Lauzzana, Melesons, Mels, Paradise, Pradis
Comuni confinanti: Buia, Cassacco, Fagagna, Majano, Moruzzo, Pagnacco, Rive d’Arcano, Treppo Grande, Tricesimo

È decisamente tra le posizioni più suggestive del Friuli, posto com’é al centro dell’arco collinare, tra San Daniele e Tricesimo: e la impreziosiva quella miracolosa visione del Castello che appariva, quasi segno di nobiltà e di aristocrazia, senza bisogno di giustificazioni. II nome deriverebbe da una pianta, il “corylus” che doveva essere abbondante sui colli di questa cerchia che chiude la pianura, con una dolcezza da capolavoro d’arte.

La storia del paese, che manca quasi del tutto di documentazione archeologica di una certa antichità, coincide con la storia, abbastanza complessa di nobili: i Colloredo Mels, che possedevano poco lontano un loro castello a Mels (di cui rimane soltanto una traccia), e che riuscirono a costruire un altro castello nei primissimi anni del Trecento sul colle di Colloredo. La costruzione, che pare essere stata realizzata in tempi di primato, in soli otto anni, assunse una forma ellittica, seguendo l’andamento del terreno e fu cinta da poderose strutture di difesa. Com’era nel costume dei tempi, ci furono lotte tra famiglie di nobiltà locale: i Conti di Gorizia contro i Colloredo e questi contro i Torriani, i Savorgnan e lo stesso Patriarca. Nel ben noto sisma del 1511, il castello di Colloredo fu parzialmente distrutto e il terremoto del 1976 colpì di nuovo questa collina, rovinando una delle più belle immagini del Friuli collinare.
Andarono perduti lavori di artisti come Giovanni da Udine e altri tesori che, in qualche modo, appartenevano alla cultura friulana.
Nel Castello di Colloredo soggiornò Ippolito Nievo: lo scrittore stese qui la parte più consistente delle Confessioni di un ottuagenario. E la perdita del complesso monumentale costituisce una delle ferite più gravi che il Friuli ha subito in quest’ultima tragedia della terra friulana.

Ippolito Nievo in divisa da ufficiale garibaldino

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