S – GRANDI INVENTORI

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SALK Jonas Edward
(New York, 28 ottobre 1914 – La Jolla, 23 giugno 1995) 
Scienziato e virologo americano.
Nel 1954, quando era direttore del laboratorio di ricerche sui virus alla Scuola di Medicina dell’Università di Pittsburgh, Salk riusci a ottenere un vaccino per la prevenzione della poliomielite, un’infiammazione del midollo spinale, detta anche paralisi infantile. Fino ad allora non era esistito nessun mezzo efficace di difesa conto la poliomielite, e nel 1950 vi era stata in America una grave epidemia.
Due anni dopo I’epidemia imperversò in Belgio, in Germania e in Danimarca.
Oggi la malattia viene controllata col vaccino iniettabile di Salk e con la somministrazione orale di un altro vaccino, ottenuto nel 1955 dal virologo americano Albert Bruce Sabin (1906- ).
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SHAW Percy
 (Halifax, 15 aprile 1890 – Halifax, 1 settembre 1976)

Inglese, inventore di segnalatori catarifrangenti stradali.

Una sera nebbiosa del 1933, Shaw stava tornando a casa in automobile attraverso la campagna dello Yorkshire, quando per poco non fini fuori strada. All’ultimo momento vide gli occhi di un gatto che riflettevano la luce dei fari dell’automobile. Riuscì a frenare e si accorse che l’animale era accovacciato sopra uno steccato proprio sull’orlo di uno strapiombo.
Ripensando allo scampato pericolo, a Shaw venne anche in mente che, quando guidava di notte nella città natale di Halifax, era agevolato dalla luce riflessa dai binari del tram. A quel tempo, in Inghilterra l’uso di colonnine stradali rifrangenti era molto limitato e Shaw – figlio di un manovale e titolare di una piccola impresa di riparazioni stradali – decise di migliorare ulteriormente quei congegni.
Dopo un amo di tentativi, riuscì a realizzare dei catarifrangenti perfezionati.
Vennero installati per la prima volta nel 1934 nelle vicinanze di Bradford, e l’anno successivo Shaw aprì uno stabilimento per la fabbricazione dei nuovi catarifrangenti stradali.
Nonostante la ricchezza ottenuta con la sua invenzione, Shaw non viaggiò mai e soleva dire che lo Yorkshire aveva in sé tutto ciò che egli potesse desiderare al mondo.
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SHOLES Christopher Latham
(Mooresburg, 14 febbraio 1819 – Milwaukee, 17 febbraio 1890)
Americano, inventore della prima efficiente macchina per scrivere.
Ex tipografo-editore, Sholes decise, nel 1864, di dedicate il resto della sua vita al perfezionamento di una “macchina per stampare lettere”.
Quattro anni dopo brevettò la macchina per scrivere munita solo dl caratteri maiuscoli, e senza tasto di ritorno. Per di più l’operatore non poteva vedere quello che stava scrivendo. Ma nonostante questi inconvenienti, Sholes mise in vendita le sue macchine nel 1872.
L’anno successivo ne cedette i diritti alla fabbrica d’armi Remington, che mise in commercio le prime macchine per scrivere a 125 dollari l’una.
Il primo scrittore a servirsi di una di quelle macchine fu Mark Twain, che compose il dattiloscritto di Vita sul Mississippi (1883) con una Remington Modello I.
Ma Sholes pensava soprattutto alle “scrittrici a macchina”, come vennero chiamate le prime dattilografe.
“Credo di aver fatto qualcosa per le donne che hanno sempre dovuto lavorare duramente”… diceva. “Questo permetterà loro di guadagnarsi da vivere con minor fatica”.
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SIKORSKY  Igor Ivanovich
 (Kiev, 25 maggio 1889 – Easton, 26 ottobre 1972)
Ingegnere aeronautico russo-americano, ideatore di un tipo di elicottero sul quale sono stati basati tutti i modelli posteriori di maggior successo.
 Nel 1908, stimolato dalle imprese aviatorie dei fratelli Wright, Sikorsky decise di progettare e costruire un aeroplano. Era convinto che l’avvenire dell’aeroplano stesse nel volo verticale e tre anni dopo costruì due elicotteri, ma senza successo.
Uno dei primi elicotteri del mondo era stato costruito nel 1907 dal francese Paul Cornu: l’apparecchio aveva volato per 20 secondi a un’altezza di circa mezzo metro. Come Cornu, Sikorsky non realizzò immediatamente un elicottero, ma incominciò dedicandosi agli aerei convenzionali.
Nel 1913, quando era progettista aeronautico a Pietroburgo (Leningrado), in Russia, costruì un quadrimotore, Le Grand, che fu un precursore dei bombardieri e degli aerei di linea moderni.
Sikorsky tornò a interessarsi all’elicottero verso la metà degli anni Trenta, dopo essersi trasferito negli Stati Uniti e aver fondato lì la Sikorsky Aero Corporation.
Ancora una volta, però, fu battuto sul tempo da un francese, Louis Breguet, che assieme al socio René Dorand costruì un “giroplano”, veloce e versatile.
I lavori per il perfezionamento del giroplano continuarono, ma questo rimase infine distrutto in una incursione aerea alleata sulla Francia nel 1943.
Nel 1942, l’elicottero Sikorsky VS-300 venne acquistato dall’esercito degli Stati Uniti, e anche la marina britannica si fornì di “macinini”, cosi chiamati perché le pale dei rotori “macinavano” l’aria.
Sikorsky costruì poi l’elicottero anfibio S-61 e l’S-64 da trasporto.
Quando morì, Sikorsky era uno dei personaggi più ricchi e rispettati della storia dell’aviazione.
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SPILSBURY John
(ca. 1730 – 3 aprile 1769)
Incisore e cartografo inglese, inventore di quel gioco di ricomposizione detto puzzle.
Intorno al 1760 Spilsbury, proprietario di una tipografia nel Covent Garden di Londra, prese a incollate carte geografiche su spessi blocchi di legno, che poi tagliò in pezzi – un pezzo per ogni paese – e mise in una scatola alla rinfusa. Ricomposti assieme, i vari pezzi formavano, per esempio, una carta d’Europa o del mondo.
Questa invenzione, che Spilsbury chiamò “mappe a sezioni”, attirò subito l’attenzione degli educatori, che la considerarono un mezzo rapido e piacevole per insegnare la geografia ai bambini.
A questo puzzle ne seguirono molti altri, e a un secolo dalla loro introduzione, venivano già usati per insegnare la storia e per illustrare favolette morali ai bambini.
A mano a mano che questi giochi diventavano più complicati, anche gli adulti incominciarono ad appassionarvisi.
 E nel nostro secolo si cominciò a incollare i disegni dei puzzle su fogli di cartone, più facili da ritagliare e quindi da produrre.
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STEPHENSON  George
(Wylam, 9 giugno 1781 – Chesterfield, 12 agosto 1848) p.d.
Ingegnere minerario inglese, pioniere della locomotiva a vapore.
Il  27 settembre 1825, la Locomotion di Stephenson, spinta a vapore, compì il suo primo viaggio sulla linea di 17 km tra Darlington e Stockton, nell’Inghilterra nord-orientale.
Si inaugurava così la prima ferrovia pubblica del mondo con trazione a vapore. Benché la linea dovesse servire per il trasporto di merci, al viaggio inaugurale parteciparono circa 450 persone, e la locomotiva trainò le 38 carrozze scoperte a velocità che variavano tra i 20 e i 25 kmlh.
Ventidue anni prima, nel 1803, l’ingegnere inglese Richard Trevithick aveva progettato e costruito una locomotiva per le Ferriete di Coalbrookdale, nella contea di Shropshire. Ma il suo motore a vapore era tutt’altro che esente da problemi meccanici, e fu la famiglia Stephenson a determinare il progresso e il successo di questa invenzione.
Figlio di un fuochista di una miniera di carbone a Wylam, nel Northumberland, George Stephenson costruì delle macchine capaci di trainare qualcosa come 30 tonnellate di carbone fino a 13 km di distanza, dalle miniere ai moli.
All’età di 18 anni frequentò una scuola serale per imparare a leggere e scrivere, e poi volle che il figlio Robert, da cui fu in seguito aiutato nella progettazione di locomotive, ricevesse quell’istruzione regolare che a lui era mancata.
Nel 1829 vennero eseguite delle prove di velocità per scegliere una locomotiva da utilizzare sulla linea ferroviaria Liverpool-Manchester appena ultimata. La gara fu vinta dalla Rocket degli Stephenson e, l’anno successivo, questa e altre sette locomotive costruite dagli Stephenson  trainavano carrozze per viaggiatori sui 65 km di quella linea alla velocità di circa 50 km/h.
Stephenson rifiutò la maggior parte degli onori che gli vennero offerti, fra cui la nomina a cavaliere e un seggio “sicuro” alla Camera dei Comuni.
E nel 1845 si ritirò a vita privata, dedicandosi al giardinaggio.
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SWAN Sir Joseph
 (Bishopwearmouth, 31 ottobre 1828 – Warlingham, 27 maggio 1914)
Fisico e chimico inglese, pioniere dell’illuminazione elettrica.
Nel 1860, Swan realizzò la prima rudimentale lampadina, ma durava poco e la luce prodotta non era abbastanza forte. Lavoratore instancabile, Swan impiegò vent’anni a perfezionare la sua invenzione, e nel febbraio del 1879 illuminò il soggiorno della sua casa a Newcastle upon Tyne con un impianto di lampadine elettriche.
Fu la prima abitazione inglese a essere illuminata elettricamente.
Le lampadine di Swan ebbero un grande successo e due anni dopo, nel 1881, vennero installate alla Camera dei Comuni a Londra.
Più o meno nello stesso periodo, l’inventore americano Thomas Alva Edison aveva dato alcune dimostrazioni della sua versione della lampadina elettrica. Inoltre Edison brevettò una quantità di rifiniture e di perfezionamenti, che furono di importanza fondamentale per il buon funzionamento della lampadina.
Invece di scontrarsi in tribunale per sostenere i loro diritti di priorità sull’invenzione, nel 1883 Swan ed Edison costituirono una società per la produzione di lampadine elettriche, con sede a Londra.
Prima d’allora, Swan aveva lavorato alcuni anni per una fabbrica di lastre fotografiche a Newcastle. E aveva prodotto la sua prima importante invenzione, che aveva incontrato un notevole successo.
Nel 1871, infatti, insoddisfatto delle lastre fotografiche umide allora in uso, Swan aveva perfezionato una lastra a secco che semplificava moltissimo i processi fotografici.
Sette anni dopo, inventò anche la carta fotografica al bromuro, ancor oggi frequentemente usata per stampe da negativi.

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