F – GRANDI INVENTORI

F – GRANDI INVENTORI

A – B – CD – E – F – G – H – I – J – K – L – MN – O – PRST – U – VW – X – Y – Z

.

.
 
FERMI Enrico
(Roma, 29 settembre 1901 – Chicago, 29 novembre 1954) p.d.
Enrico Fermi nacque a Roma il 29 settembre 1901. Nel luglio 1922 si laureò in fisica all’Università di Pisa. Ma già in precedenza aveva pubblicato alcuni lavori di carattere teorico su questioni di elettrodinamica e relatività.
Subito dopo la laurea si recò a Göttingen, in Germania, grazie a una borsa di studio che gli consentì di frequentare, perfezionandosi, l’Istituto del famoso fisico nucleare Max Born.
Nel 1924, Fermi insegnò fisica e matematica presso l’Università di Firenze.
Nel 1926 fu chiamato a ricoprire la cattedra di fisica teorica all’Università di Roma.
In questo periodo si dedicò allo studio delle particelle atomiche elementari, mentre tra il 1933 e il 1949 si occupò di fisica nucleare e delle sue applicazioni.
Nel 1931 Fermi espose la teoria della disintegrazione dei nuclei radioattivi, e contemporaneamente pensò di utilizzare i neutroni come proiettili per provare oltre che provocare la radioattività.
Nel 1934, in collaborazione con i fisici E. Amaldi, B. Pontecorvo, E. Segrè, scopri un altro importante fenomeno, e cioè che la radioattività, provocata dai neutroni, poteva essere rallentata e quindi controllata.
Nel 1918 per sottrarsi al regime fascista, Fermi si recò a lavorare nella Columbia University, negli Stati Uniti.
Dopo la scoperta della scissione dell’uranio per opera dei neutroni, fatta da O. Hahn e F. Strassmann nel 1919, Fermi compì importanti ricerche sullo stesso argomento.
E giunse a ipotizzare la possibilità di provocate una reazione nucleare a catena, un fenomeno che avrebbe avuto, da li a pochi anni, un’applicazione pratica sconvolgente.
Infatti, nel 1942, su incarico del Governo americano, Fermi si trasferì all’Università di Chicago e qui diresse la costruzione della prima pila atomica.
Il 2 dicembre 1942, per la prima volta nella storia dell’umanità, lo scienziato italiano ottenne una reazione nucleare a catena, controllata. L’uomo era ora in grado di disporre della spaventosa energia dell’atomo.
Fino al 1944 Fermi si dedicò al perfezionamento della sua Pila, ma in quell’anno si trasferì nella località di Los Alamos, dove erano stati organizzati i laboratori di ricerca per le applicazioni belliche della sua scoperta, che condussero alla fabbricazione della prima bomba atomica.
Premio Nobel nel 1938, Fermi ritornò in Italia nel 1949 e nel 1954 e tenne delle lezioni di fisica nucleare divenute famosissime.
Rientrato negli Stati Uniti si spense a Chicago il 29 novembre 1954.
.
 
FERRARIS Galileo
(Livorno Piemonte, 30 ottobre 1847 – Torino, 7 febbraio 1897) p.d.
Galileo Ferraris nacque il 31 ottobre 1847 a Livorno Vercellese.
Fin dall’infanzia dimostrò una particolare predisposizione agli studi scientifici.
Nel 1869 ottenne la laurea in ingegneria all’Università di Torino dove, dieci anni dopo, fu nominato professore ordinario di fisica.
Nell’ambiente universitario, Ferraris ebbe modo di esplicare il suo talento per l’elettrotecnica, e nel 1885 enunciò il principio teorico del campo magnetico rotante. Si basa sulla scoperta che, quando si dispongono due elettromagneti perpendicolarmente tra loro, si genera al loro interno un campo magnetico rotante, in grado cioè di far ruotare un cilindro di rame collocato in esso.
In questo modo Ferraris aveva determinato il concetto dei moderni motori elettrici a induzione.
Nel 1887 realizzò il terzo esemplare del suo motore, già predisposto per uso industriale, munito cioè di un albero rotante che poteva essere collegato ad alcune macchine utensili.
Nello stesso periodo, negli Stati Uniti, il fisico Nikola Tesla brevettò il suo motore elettrico e ingiustamente gli fu attribuita la paternità dell’invenzione realizzata dallo scienziato italiano.
Questi, dopo essersi dedicato con passione all’insegnamento e alla ricerca scientifica, morì il 7 febbraio 1897, a Torino.
.
 
FLEMING Sir Alexander
(Lochfield, 6 agosto 1881 – Londra, 11 marzo 195)
Batteriologo scozzese, scoprì l’antibiotico chiamato penicillina.
Nell’estate del 1928, mentre lavorava nel suo laboratorio all’Ospedale St. Mary di Londra, Fleming notò che in un piattino di vetro scoperto, contenente dei batteri, si erano formare delle curiose chiazze di muffa e che, là dove la muffa era cresciuta, i batteri erano morti. La muffa era stata presumibilmente causata da una spora – un microscopico corpuscolo riproduttore – entrata casualmente da una finestra del laboratorio lasciata aperta.
Nei giorni successivi a questa scoperta, Fleming continuò a studiare quella strana muffa. Il liquido che essa secerneva aveva un effetto letale su certi microbi patogeni, e Fleming scopri che la muffa apparteneva a quella famiglia di funghi, a forma di pennello, denominata penicillium dal vocabolo latino che significa, appunto, pennello. Per questo chiamò “penicillina” la nuova sostanza scoperta.
Fleming non riuscì però a stabilizzarla.
Solamente nell’ agosto del 1940 il patologo Howard Florey e il biochimico Ernst Chain stabilizzarono quella che sarebbe poi divenuta la più portentosa delle medicine, e vi riuscirono grazie a un metodo complesso di evaporazione, detto liofilizzazione.
Con l’aiuto degli Americani, la penicillina venne prodotta su scala industriale e immessa sul mercato.
Essa salvò migliaia di vite durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per la loto opera, Fleming e Florey vennero nominati cavalieri nel 1944. E l’anno successivo ricevettero, insieme a Chain, il Premio Nobel per la medicina.
.
 
FORD Henry
 (Dearborn, 30 luglio 1863 – Detroit, 7 aprile 1947)
Industriale automobilistico americano, pioniere della produzione industriale in serie.
Dopo l’uscita della Ford Modello T, nell’ottobre del 1908, Ford era insoddisfatto del ritmo di produzione della sua fabbrica di Detroit. Si rendeva conto che l’automobile era troppo cara per essere accessibile alle categorie meno abbienti – il prezzo unitario di 850 dollari rappresentava allora un anno di paga per gran parte dei lavoratori – ed era convinto che, abbreviando i tempi di produzione, si sarebbe potuto produrre un’automobile per milioni di persone a un prezzo ragionevole.
A quei tempi, per montare un’automobile, si metteva un gruppo di uomini attorno al telaio di una stessa macchina, e ciascuno vi eseguiva svariate operazioni.
Cosi gli operai si intralciavano l’un l’altro, e spesso dovevano aspettare che il vicino avesse terminato la propria operazione prima di poter montate un altro pezzo. Solo per installare un magnete occorreva una ventina di minuti, per fare un esempio.
La prima “spinta” di Ford per accelerare il lavoro fu di accatastare i diversi componenti di ogni vettura in vari mucchi, disposti lungo il pavimento della fabbrica. Un gruppo di operai trascinava il telaio su una rudimentale slitta lungo il varco aperto tra i vari mucchi. Un altro gruppo di lavoratori vi camminava a fianco, e ciascun lavoratore, passando vicino a ogni mucchio, prendeva un pezzo e lo montava al suo posto.
Ford, però, non era ancora soddisfatto di questo espediente, e considerava “improduttivi” gli uomini addetti al traino della slitta.
Perciò la sostituì con un nastro trasportatore che, muovendosi alla velocità di circa un metto e mezzo al minuto, faceva scorrere il telaio davanti ai meccanici, che non avevano quindi più bisogno di spostarsi e avevano tutto il materiale occorrente a portata di mano.
Nel 1914, adottando questo sistema, il tempo necessario al montaggio di un magnete scese a 13 e infine a 5 minuti.
Non passò molto tempo e la linea di montaggio Ford produsse una Modello T ogni minuto e mezzo.
E nel 1915 si raggiunse il traguardo di un milione di vetture realizzate in un anno.
.
 
FORLANINI Carlo
 (Milano, 11 giugno 1847 – Nervi, 25 maggio 1918) 
Nato a Milano, compì gli studi di medicina all’Università di Pavia dove si laureò nel 1870.
Entrò quindi all’Ospedale Maggiore di Milano come primario dermatologo.
Nel 1884
fu chiamato a Torino, ad assumere la cattedra di patologia medica in quella Università.
Tra il 1875 e il 1882, Forlanini si dedicò allo studio per la cura e la guarigione della tubercolosi, dopo aver svolto delle ricerche nel campo della aeroterapia e degli apparecchi pneumatici.
 I suoi studi lo condussero ad applicare una speciale terapia al polmone leso dalla tubercolosi, basata sull’insufflazione di aria, o azoto, nella cavità pleurica con un ago.
In questo modo si favoriva la cicatrizzazione delle lesioni provocare dalla tubercolosi e si facilitava la guarigione.
Il metodo applicato da Forlanini fu chiamato pneumotorace artificiale ed è stato usato con successo fino ai nostri giorni.
.
 
FORLANINI Enrico
(Milano, 13 dicembre 1848 – Milano, 9 ottobre 1930) 
Talento versatile e vivace, pioniere nel campo aeronautico per le sue realizzazioni di elicotteri e dirigibili, e inventore dell’aliscafo, Enrico Forlanini nacque a Milano il 13 dicembre 1848. Compiuti gli studi tecnici e iscrittosi al collegio militare, da li passò all’Accademia Militare e alla Scuola di Applicazione del Genio di Torino, da cui usci con il grado di tenente, nel 1870.
Destinato alla piazza di Casale Monferrato, nella locale officina del Genio Forlanini iniziò gli studi su problemi aeronautici cui era particolarmente appassionato.
Nel 1874, abbandonò momentaneamente l’esercito per frequentate il Politecnico di Milano dove si laureò in ingegneria industriale.
Ripreso il servizio militate nel Genio di Alessandria, nel 1877 realizzò il suo primo prototipo di elicottero, che presentò con successo nello stesso anno a Milano.
Nel 1895, Forlanini lasciò definitivamente il servizio militare, andando a dirigere le Officine di Forlì di cui divenne proprietario dopo alcuni anni.
Da allora, avendo finalmente a disposizione un proprio laboratorio, si dedicò con maggior vigore alla ricerca, ideando il suo primo dirigibile.
Stabilitosi nel 1897 a Milano, dove trasporrò la direzione delle proprie Officine, diede il via alla costruzione del suo primo dirigibile, il Leonardo da Vinci, terminato nel 1909.
Di lì a poco sarebbe divenuto il capostipite di una famosa serie di dirigibili “F” che fecero parte della flotta aerea italiana durante la Prima Guerra Mondiale.
Sempre in quegli anni, Forlanini si dedicò alla progettazione e alla realizzazione dei primi aliscafi, da lui chiamati “idroplani” o “idrotteri”.
L’esemplare N° 7, l’ultimo della serie progettata, provato sul lago Maggiore nel 1904, raggiunse la velocità di 82 km/h, propulso da un motore di 100 cv.
L’ultima realizzazione di Forlanini fu il  dirigibile Omnia Db, terminato nel 1930, e ribattezzato con il nome dell’inventore, dopo la sua morte, avvenuta in quello stesso anno.
.
 
.
FRANKLIN Benjamin
 (Boston, 17 gennaio 1706 – Filadelfia, 17 aprile 1790) 
Statista americano, inventore del parafulmine e delle lenti bifocali.
Nel 1752, la grande passione per l’elettricità indusse Franklin a compiete un esperimento, che gli sarebbe potuto costare la vita.
Volendo dimostrare che il fulmine era una scarica elettrica, durante un temporale fece volare un aquilone, ricoperto da uno strato di metallo, da cui pendeva una chiave appesa a un filo. Mentre i lampi si accendevano nel cielo in tempesta, Franklin avvicinò il pugno alla chiave e si mise a osservare le scintille che si sprigionavano, dato che il filo bagnato aveva fatto da conduttore. Attraverso il suo corpo, l’elettricità si scaricava poi a terra.
Il passo successivo di Franklin fu di installare delle aste metalliche – o parafulmini- sui tetti di alcuni edifici di Filadelfia, dove egli abitava. Durante i temporali, le aste attiravano i fulmini, che per mezzo di fili venivano scaricati a terra senza provocare danni.
Poco dopo il 1780, mentre era ambasciatore degli Stati Uniti in Francia, seccato di dover cambiare ogni volta gli occhiali per leggere o per guardate lontano, Franklin inventò gli occhiali con lenti bifocali, cioè suddivise in due parti, una adatta alla lettura ravvicinata e l’altra alla visione a distanza.
Nel 1781, a Parigi, Franklin stava assistendo al primo volo del primo pallone ad aria calda costruito dal fratelli Montgolfier. Uno spettatore, vicino a lui, gli chiese: “Ma a che serve?”… e Franklin a sua volta gli domandò: “A che serve un bambino appena nato?”.
Come statista, Franklin collaborò alla stesura della Dichiarazione dl Indipendenza e della Costituzione degli Stati Uniti.
.
 
FRIESE-GREENE William
(1855-1921)
Fotografo ritrattista inglese, pioniere della cinematografia. Si dice che Friese-Greene abbia dato la prima dimostrazione pubblica della sua “scatola magica” nel 1889, trascinando nel suo studio un poliziotto londinese, e mettendolo a sedere davanti a uno schermo. Agli occhi attoniti dell’agente apparvero scene di carrozze, pedoni e cavali che l’inventore aveva ripreso quello stesso giorno a Hyde Park.
Poco tempo dopo, Friese-Greene brevettò la sua invenzione. Ma nel 1891 la sua azienda fotografica fallì ed egli fu ridotto in miseria.
Trent’anni dopo, a una riunione dell’Associazione per gli Spettacoli Cinematografici, fece un discorso commovente invitando i presenti ad appianare i loro contrasti interni nell’interesse comune del nuovo “linguaggio universale”.
Pochi minuti dopo, Friese-Greene cadde stroncato da un infarto e fu portato all’obitorio su un carrettino. In tasca aveva esattamente uno scellino e 10 penny, quanto bastava allora a pagare il biglietto di un cinema.

 .

F – GRANDI INVENTORI

A – B – CD – E – F – G – H – I – J – K – L – MN – O – PRST – U – VW – X – Y – Z