D – GRANDI INVENTORI

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DAGUERRE Louis-Jacques
(Cormeilles-en-Parisis, 18 novembre 1787 – Bry-sur-Marne, 10 luglio 1851) 
Francese, inventore della dagherrotipia, il primo procedimento fotografico di valore pratico.
Pittore di fondali teatrali, Daguerre rimase affascinato dal fenomeno notissimo della camera oscura: la luce, entrando in una scatola attraverso un forellino su un lato, proiettava sul lato opposto un’immagine della realtà esterna.
Daguerre pensò che dovesse esserci un modo di rendere permanente quell’immagine, e si mise all’opera per cercare di ottenere una “pittura eliografica”.
Nel 1829 si associò con l’inventore francese Joseph-Nicéphore Niepce, che due anni prima era riuscito a fate la prima fotografia permanente della storia. Ma il metodo di Niepce era troppo lento.
Sei anni più tardi, Daguerre ottenne un’immagine permanente in circa 20 minuti, e con questo primo passo la fotografia si avviò a diventare un passatempo popolare, una forma d’arte e strumento di documentazione storica.
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DAIMLER Gottlieb Wilhelm
(Schorndorf, 17 marzo 1834 – Stoccarda, 6 marzo 1900) p.d.
Ingegnere tedesco, fu tra i pionieri del motore a combustione interna a benzina, che cercò di rendere efficiente ed economico.
Nel 1882, Daimler lasciò il suo posto di assistente dell’inventore tedesco Nikolaus Otto, che aveva realizzato con successo un motore a gas, e tre anni dopo, nel 1885, montò un motore a benzina, più leggero e modificato, su una bicicletta. Con quel veicolo si mise a girare per le vie tortuose della cittadina natale di Cannstatt, creando cosi quella che viene ricordata come l’antenata della moderna motocicletta.
Daimler adattò poi il suo motore a un battello e, nel 1886, lo usò per azionare una vettura a quattro ruote, che raggiunse la velocità massima di circa 18 km/h.
L’anno seguente fondò la Società Automobilistica Daimler, che nel 1901 produsse la prima Mercedes, battezzata così in omaggio alla figlia del finanziatore di Daimler, l’austriaco Emil Jellinek, uomo d’affari e famoso pioniere dell’automobilismo.
Ma la prima automobile che funzionava con motore a combustione interna era stata ideata da Karl Benz, nel 1885.
Daimler e Benz non si incontrarono mai, ma 26 anni dopo la morte di Daimler, la Benz e la Daimler si fusero assieme e produssero le Mercedes-Benz.
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DAVY Sir Humphry
(Penzance, 17 dicembre 1778 – Ginevra, 29 maggio 1829) p.d.
Chimico inglese, inventore della lampada di sicurezza per minatori, la cui fiamma non incendia il grisou, la miscela esplosiva di gas metano e aria che si forma spontaneamente nelle miniere
di carbone.
Dary ideò una lampada speciale a petrolio, in cui la fiamma era racchiusa in un cilindro di rete metallica. Le fitte maglie della rete assorbivano il calore della fiamma, prima che questa potesse venire in contatto con il grisou, riducendo così notevolmente il pericolo di letali esplosioni.
Anche George Stephenson, il noto pioniere delle ferrovie, realizzò una versione di lampada di sicurezza, ma fu il modello di Davy ad affermarsi.
Affinché la sua lampada potesse essere universalmente adottata, Davy non volle brevettarla.
Nel 1818, venne nominato cavaliere per il suo umanitarismo e per i servigi resi all’industria mineraria di tutto il mondo.
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DEWAR Sir James
 (Kincardine-on-Forth, 20 settembre 1842 – Londra, 27 marzo 1923) p.d.
Chimico e fisico scozzese, inventore del termos.
Nel 1892, Dewar ideo un recipiente a doppia parete, creando il vuoto nell’intercapedine, per conservare gas a bassissima temperatura, che poi venne prodotto in serie e venduto come contenitore di bevande calde o fredde col nome di “thetmos”.
Nel 1889, assieme a un esperto di esplosivi, l’inglese Frederick Abel, Dewar aveva inventato la cordite, un esplosivo senza fumo, che consentiva ai comandi militari di poter seguire lo svolgimento di una battaglia senza l’impedimento rappresentato dalla coltre nera prodotta dalla polvere da sparo.
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DIESEL Rudolf
(Parigi, 18 marzo 1858 – Canale della Manica, 30 settembre 1913) p.d.
Ingegnere tedesco, inventore del motore diesel.
Quand’era studente al Politecnico di Monaco, Diesel rimase colpito nell’apprendere che ”solo il 10 per cento del calore sviluppato dal combustibile si trasformava in lavoro utile in un motore. Si propose quindi di realizzarne una versione “in cui non si verificasse tutto questo spreco”, e nel 1893 ottenne il brevetto per un “motore economico universale”.
Cinque anni dopo, Diesel vendeva i diritti di brevetto del suo motore in tutto il mondo.
Una sola fabbrica, americana, gli pagò 1 milione di dollari.
Quasi a rifarsi delle sue modeste origini, Diesel tentò la fortuna giocando in borsa, a Berlino, a Parigi, a Londra e a New York, con perdite considerevoli, e sperperando enormi somme di denaro in avventate speculazioni immobiliari, fra cui un pozzo di petrolio esauritosi ben presto.
I suoi nervi crollarono, e Diesel si trovava in un grave stato di depressione quando, nel 1913, prese il traghetto da Anversa, in  Belgio, ad Harwich, sulla costa sud-orientale dell’Inghilterra. La mattina seguente non fu più visto sulla nave, e poco tempo dopo il suo corpo fu ritrovato sulla spiaggia di Flushing, in Olanda.
Nel diario, ritrovato in una tasca della giacca, Diesel aveva fatto un cerchietto con la penna intorno al 27 settembre, il giorno in cui fu visto per l’ultima volta. E in una valigia, trovata nella sua cabina, fu rinvenuto tutto il denaro che possedeva: un migliaio di sterline.
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DUNLOP John Boyd
 (Dreghorn, 5 febbraio 1840 – Dublino, 23 ottobre 1921) p.d.
Veterinario scozzese, inventore del pneumatico per bicicletta.
Nel 1887, Dunlop, che esercitava a Belfast, nell’Irlanda del Nord, comprò per il figlio John, di dieci anni, un triciclo con le ruote di gomma piena. Il bambino si lamentò per le troppe scosse che subiva, pedalando sul selciato irregolare delle strade, e nel 1888 il padre gli fece dei copertoni contenenti una camera d’aria di gomma, che assorbivano le scosse su qualunque superficie accidentata.
Quello stesso anno Dunlop brevettò la sua invenzione, che nel 1890 venne prodotta su scala commerciale da una ditta di Belfast. La ditta, della quale Dunlop possedeva 1.500 azioni, divenne poi la Dunlop Rubber Company, e ai pneumatici va in gran parte il merito della
popolarità della bicicletta. Essi contribuirono anche a rendere possibile Io sviluppo dell’industria automobilistica.
All’insaputa di Dunlop, un brevetto per un pneumatico era stato ottenuto dall’ingegnere scozzese Robert William Thomson, nel 1846. Ma Thomson non aveva sfruttato la sua invenzione. Cosi la Società Dunlop poté far valere i suoi diritti sui pneumatici, perché vi aveva introdotto, brevettandoli, alcuni perfezionamenti, come i bordi e le valvole.

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