R – GRANDI INVENTORI

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RAVIZZA Giuseppe
 (Novara, 1811 – Livorno, 1885)
Giuseppe Ravizza nacque a Novara il 19 marzo 1811. Si laureò in legge secondo le solide e illustri tradizioni della propria famiglia, che contava tra i suoi antenati uno dei capi della prima Crociata.
Nei primi anni dell’esercizio della professione di avvocato, Ravizza venne a sapere che un certo Pietro Conti di Cilavegna, un paese vicino a Novara, stava studiando una macchina capace di scrivere meccanicamente. E dopo un incontro e uno scambio di informazioni con Conti, l’idea lo entusiasmò tanto da indurlo a dedicarsi allo studio di quell’apparecchio.
Nel 1835, impiantato un laboratorio il casa, Ravizza cominciò a progettare una macchina per scrivere.
Nel 1855, dopo vent’anni di accurate ricerche, durante le quali era riuscito a costruire una prima macchina di legno ed elementi di ferro, brevettò la propria creazione, chiamandola “cembalo scrivano”.
L’anno successivo, nel 1856, ne presentò una versione ormai definitiva alle Mostre di Torino e di Novara dedicate alle “Arti e Tecnica”, in cui fu premiato con la medaglia d’oro.
Ma la macchina per scrivere di Ravizza non incontrava il favore del pubblico e stentava a imporsi sul mercato.
Negli anni successivi, l’inventore continuò a costruirne altri esemplari (una decina), e nel 1881 presentò l’ultimo modello perfezionato della sua macchina per scrivere all’Esposizione di Milano. Ma anche in quest’occasione non ottenne l’attenzione che spettava di suscitare. Eppure il modello perfezionato conteneva già tutte le caratteristiche delle moderne macchine per scrivere: la tastiera. simile a quelle dei pianoforti, i martelletti portacaratteri, i segni di interpunzione e spazi, il nastro colorato scorrevole per l’impressione dei caratteri, il movimento laterale del carrello e il campanello per segnalare il fine riga.
Amareggiato per l’incomprensione del pubblico, Ravizza si ritirò a Livorno, dove mori il 30 ottobre 1885.
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RIGHI Augusto
(Bologna, 27 agosto 1850 – Bologna, 8 giugno 1920)
Pioniere nel campo della fisica, soprattutto per i suoi studi sull’ottica, l’elettricità e il magnetismo, nel 1873 Righi successe ad Antonio Pacinotti nella cattedra di fisica all’Università di Cagliati. Li trovò l’ambiente adatto per sviluppare le sue doti di ricercatore.
Nel 1889, chiamato all’Università di Bologna, portò a termine importanti scoperte, fra cui il microfono a polvere conduttrice di grafite, che rappresentò un decisivo miglioramento rispetto ai microfoni a polvere di carbone di quell’epoca.
Nel campo delle oscillazioni magnetiche Righi diede consistenza e fondamento scientifico alle esperienze di Hertz e di Maxwell, costruendo il famoso oscillatore a sfere, un apparecchio che permise a Guglielmo Marconi di realizzare le prime esperienze di telegrafia senza fili.
Tra il 1872 e il 1920 Righi redasse ben 242 compilazioni, alcune delle quali sono ancora oggi la base per l’insegnamento della fisica.
Mori a Bologna il 12 giugno 1921.
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RITTY James
(Dayton, 29 ottobre 1836 – Dayton,  29 marzo 1918)
Americano, proprietario di un saloon e inventore del registratore di cassa.
 Intorno al 1870, Ritty era esasperato dal continuo rubacchiare dei baristi nel suo locale di Dayton, nell’Ohio. Incapace di porvi rimedio, volle fare un viaggio per mare alla volta dell’Europa per rilassarsi un po’. Una sera, mentre passeggiava sottocoperta) gli venne fatto di osservare un dispositivo che registrava il numero di giri delle eliche della nave. Gli venne allora l’idea di costruire un “registratore di cassa”, munito di campanello, per segnare tutte le transazioni che avvenivano nel suo bar.
Rimessosi in salute, Ritty tornò a casa e fece brevettate la sua invenzione nel 1879.
Cinque anni dopo, nel 1884, vendette i diritti del brevetto, per 1.000 dollari, ad alcuni industriali di Dayton, che formarono quella che poi divenne la National Cash Register Company.
Alle macchine vennero apportati diversi perfezionamenti, fra cui l’introduzione dello scontrino di cassa.
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ROENTGEN Wilhelm Conrad 
 (Remscheid, 27 marzo 1845 – Monaco di Baviera, 10 febbraio 1923) p.d.
Nel 1896 Roentgen fece la prima radiografia della mano della moglie. In seguito tenne una conferenza, durante la quale l’anatomista svizzero Rudolph Koelliker gli chiese di fare una radiografia della propria mano. Si ebbe cosi una riconferma del successo dei raggi X, che da allora hanno fornito ai medici un mezzo utilissimo.
Fisico tedesco, scopri i raggi X.  L’8 novembre 1895, Roentgen, allora professore di fisica all’Università di Würzburg, in Baviera, stava compiendo al buio degli esperimenti con un tubo a raggi catodici, nel suo laboratorio, quando notò una luce verde proveniente da un pezzo di cartone che si trovava in un’altra parte della stanza. Il cartone era ricoperto di una sostanza chimica luminescente, che risplendeva se colpita dalla luce. Ma non c’era luce nel laboratorio.
Roentgen tolse la corrente al tubo catodico, e quella luce verde sparì. Ridiede corrente e mise la mano tra il tubo e il cartone: con suo grande stupore, vide proiettata sul cartone l’ombra delle ossa della mano.
“Non avevo idea di che cosa fossero quei raggi”… scrisse in seguito…. “perciò li chiamai semplicemente raggi X, essendo x il simbolo matematico di una grandezza incognita”.
La sua scoperta rivoluzionò il mondo della medicina. Per la prima volta i medici potevano “guardare” all’interno del corpo.
Roentgen non volle alcun brevetto né per i raggi X né per gli usi che se ne sarebbero fatti, e mori in miseria durante la crisi economica tedesca degli anni Venti.

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