MOVIMENTO OPERAIO AMERICANO – I.W.W.

Una pubblicazione dell’Industrial Workers of the World del 1911 che sostiene l’unionismo industriale basato sulla critica al capitalismo: il proletariato “lavora per tutti” e “sfama tutti”

MOVIMENTO OPERAIO AMERICANO – I.W.W.

L’I.W.W. ha come filosofia il sindacalismo rivoluzionario, come tattica l’azione diretta e come obiettivo l’abolizione del lavoro salariato e il raggiungimento di una democrazia industriale, dove la gestione dei luoghi di lavoro sia trasparente e in mano alla stessa classe lavoratrice.

La Federazione statunitense del lavoro (A.F.L., in inglese American Federation of Labor) è stata una federazione di sindacati statunitensi attiva dal 1886 al 1955. Contrariamente ad altre organizzazioni, come la Industrial Workers of the World e il Partito Socialista degli Stati Uniti d’America, non ha mai assunto una posizione politica, occupandosi principalmente di condizioni di lavoro e trattamenti salariali.

Mentre si svolgeva serrata la lotta tra movimento operaio e schieramento padronale, nelle file stesse del movimento operaio cresceva il malcontento contro la condotta dell’A.F.L., che trascurava completamente gli interessi degli operai non specializzati e si faceva paladina del sistema capitalistico non meno degli stessi industriali. E come reazione. appunto, alla condotta dell’A.F.L., si notano dopo il 1905 i segni di un risveglio rivoluzionario del movimento operaio americano.
L’esistenza-di fondamentali interessi comuni tra operai e capitalisti. caposaldo della dottrina di Samuel Gompers (27 gennaio 1850 – 13 dicembre 1924), venne energicamente negata da gruppi dissidenti di lavoratori i quali guardavano molto al di là delle contingenti rivendicazioni economiche. “Al posto del motto conservatore: un equo salario giornaliero per un’equa giornata di lavoro – così diceva un loro manifesto – noi dobbiamo scrivere sulla nostra bandiera la parola d’ordine: abolizione del sistema salariale, È la storica missione del proletariato sbarazzarsi del capitalismo”. Espressione di questo risveglio rivoluzionario furono gli Industrial Workers of the World (Operai industriali del mondo).

Sfida alla società borghese

Gli I.W.W. nacquero da una riunione segreta tenuta a Chicago nel 1905. Ad essa parteciparono tutti quegli elementi (socialisti di varie correnti, sindacalisti di sinistra, anarchici) che, respinta la linea ufficiale, sostanzialmente riformista, del movimento operaio americano si ponevano su di un piano di intransigenza anticapitalistica. Il nuovo movimento sorgeva su basi tutt’altro che omogenee: ciò che univa i vari gruppi in esso confluiti, era la comune ribellione ai metodi dell’A.F.L. e un sincero ma generico orientamento a sinistra. Era molto, certo, se si pensa alla generale immaturità e alla scarsa consapevolezza di classe delle masse lavoratrici statunitensi; ma era troppo poco per un movimento che volesse assumere reali funzioni di guida e di educazione rivoluzionaria. Le idee poi che prevalevano tra i promotori degli LW.W. non erano molto dissimili da quelle del sindacalismo rivoluzionario teorizzato in Francia di Georges Eugène Sorel (Cherbourg, 2 novembre 1847 – Boulogne-sur-Seine, 29 agosto 1922).
Nelle ardenti canzoni di rivolta che fiorivano sulle labbra degli I.W.W. ricorreva di frequente (oltre all’appello, profondamente giusto, a costituire “one big Union”, un’unica grande organizzazione della classe operaia), l’invito, piuttosto ingenuo e semplicistico, ad un “grande sciopero”, simultaneo e decisivo, capace da solo di paralizzare e di travolgere la società capitalistica e di emancipare il proletariato.

La figura forse più rilevante, e certo la più ricca di ascendente personale tra gli organizzatori degli I.W.W., era quella di William Dudley Haywood, noto come Bill o Big Bill Haywood (Salt Lake City, 4 febbraio 1869 – Mosca, 18 maggio 1928), rappresentante della Western Federation of Miners (Federazione dei minatori dell’Ovest). Haywood, che ci viene descritto come un gigante massiccio dalla fisionomia rude, era un combattente di inesauribili energie, pieno di fede nella causa proletaria. “Noi andiamo negli scoli – egli gridava – per raccogliere la massa degli operai e portarla a un decente tenore di vita”.

Il vittorioso sciopero di Lawrence

Gli I.W.W., la cui organizzazione non fu mai molto numerosa, trovarono il terreno più fertile alla loro espansione tra i minatori e i taglialegna dell’Ovest, nelle inquiete e diseredate masse di braccianti agricoli ambulanti, ma spinsero la loro influenza anche tra il proletariato industriale delle altre zone che essi incoraggiavano all’azione con intraprendenza meravigliosa, pronti sempre a dirigere scioperi, a comporre le file dei picchetti, a battersi in prima fila negli scontri coi poliziotti.
Il più clamoroso successo che gli I.W.W. strapparono al padronato americano fu il vittorioso sciopero di Lawrence dei 1912. A Lawrence, nel Massachusetts, circa 20.000 lavoratori erano impiegati nelle tessiture della American Woollen Company (Compagnia americana della lana); si trattava di mano d’opera costituita in buona parte da immigrati italiani e slavi. Quando la direzione della Compagnia volle imporre una riduzione delle paghe, scoppiò spontaneo lo sciopero tra gli urli delle sirene e le campane a stormo del locale municipio.
Gli I.W.W. si misero subito alla testa dell’agitazione e la diressero con grande fermezza, sventando le provocazioni delle autorità e degli imprenditori (grossi quantitativi di dinamite risultarono essere stati nascosti proprio da questi ultimi nell’intento di far apparire gli operai come terroristi), fronteggiando coraggiosamente le violenze poliziesche, organizzando un asilo temporaneo per i figli degli scioperanti presso simpatizzanti delle altre città. Alla fine l’American Woollen Company dovette dichiararsi sconfitta e si piegò alle richieste degli operai. L’ultimo episodio della dura battaglia, che ne suggellò trionfalmente la conclusione, in il rilascio dei due dirigenti I.W.W. Arturo Giovannitti (Ripabottoni, 7 gennaio 1884 – New York, 31 dicembre 1959) e Joseph James Ettor (Brooklyn, 6 ottobre 1885 – San Clemente, 19 febbraio 1948), che erano stati arrestati nel corso dello sciopero.

Ad un energico, anche se politicamente ineducato impulso rivoluzionario, gli I.WLW. unirono una rigorosa coscienza internazionalista che fece di essi l’avanguardia – purtroppo isolata – del proletariato statunitense.

Di fronte alla guerra

Scoppiato infatti nel 1914 il conflitto europeo, gli I.W.W. presero una decisa posizione contro la guerra di cui denunciarono subito la natura e gli scopi imperialistici. E quando, tre anni depo, anche gli Stati Uniti scesero in campo a fianco delle potenze dell’Intesa. gli I.W.W., sordi alle lusinghe social scioviniste in cui si era specializzato il Gompers, ribadirono le loro posizioni e rifiutarono di sacrificare le esigenze della lotta di classe sull’altare della “unione sacra” e dello sforzo bellico collettivo. Naturalmente le classi dirigenti colsero al volo l’occasione per additarli all’opinione pubblica come sabotatori della nazione, traditori, anti patrioti, e per eccitare contro di essi i sentimenti di una folla superficiale. Le stesse accuse calunniose che la borghesia europea formulava all’indirizzo di Lenin e dei bolscevichi russi, definiti “agenti del Kaiser”, la borghesia americana sceglieva contro gli LW.W., accompagnando le invettive alle persecuzioni.

Durante gli anni di guerra, mentre il “boom” dovuto alla produzione del materiale bellico riversava – in gran parte sugli imprenditori e in piccola parte sugli operai – i vantaggi di una artificiosa “prosperity” pagata col sangue e le distruzioni, si moltiplicarono gli arresti, le violenze, i linciaggi perfino, contro i militanti e gli esponenti I.W.W. Haywood dovette riparare nella Russia Sovietica.

Gli scontri di Lawrence in una tavola di “Avanti della Domenica” del 1912. Nei corso di essi una lavoratrice di origine italiana, Anna LoPizzo, venne freddata dai gendarmi e la responsabilità di questa uccisione tu addossata a due dirigenti operai. J. Ettor e A. Giovannitti.

Foto di copertina: Arrestati in seguito allo sciopero di Lawrence del 1912. Da sinistra a destra: Joseph Caruso, Joseph J. Ettor e Arturo Giovannitti.

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