LA PITTURA DEL NOVECENTO

LA PITTURA DEL NOVECENTO

L’espressionismo. .

È appena il caso di avvertire che per quanto riguarda la pittura (ma ciò vale, del resto, anche per le altre arti) ci troviamo, nei primi anni del secolo, dinanzi a una varietà di indirizzi e di opere così ampia da rendere assai difficile, se non impossibile, una rassegna esauriente e contenuta in poche pagine. Procederemo quindi per concetti molto generali, trascurando di soffermarci, se non per una rapida elencazione, sui singoli artisti.

Ciò premesso, va detto subito che la pittura del primo Novecento (1) si identifica, sostanzialmente, con quell’importantissimo movimento che, sviluppatosi quasi parallelamente in Germania e in Francia, prese il nome di espressionismo. Vediamo, semplificando al massimo, di coglierne significato e caratteristiche. .

Ricorderemo, preliminarmente, i pittori Paul Gauguin e Vincent Van Gogh, la cui opera viene considerata come l’inizio del superamento dell‘impressionismo. Gauguin, in particolare, pur senza rinnegare nulla della sua origine impressionista, porta avanti una nuova proposta estetica: egli sostiene, infatti, che se è vero che l’artista riproduce sulla tela la “impressione” ricevuta dai propri sensi alla vista di un oggetto, di un paesaggio, è altrettanto vero che tale impressione non è sempre la stessa, in ogni momento. Essa può variare, in relazione allo stato d’animo con cui l‘artista guarda a quell’oggetto, a quel paesaggio. Perciò questi possono apparire di volta in volta diversi, nel la forma come nei colori, e suscitare suggestioni del tutto contrapposte. Il giallo delle foglie in autunno, ad esempio, può sembrare qualitativamente diverso nel tono – più intenso, meno intenso e quindi allegro o triste, drammatico o struggente e così via – a seconda della condizione di spirito dell’osservatore.

La pittura di Gauguin non è più soltanto ricezione – e registrazione sulla tela – degli stimoli esterni (come avveniva negli impressionisti), ma anche intervento soggettivo del pittore che in qualche modo “corregge” e modifica ciò che i suoi sensi hanno percepito. Gauguin dette una certa sistematicità alle sue teorie, fondando una vera e propria scuola – chiamata di “Pont Aven“ dal nome del villaggio bretone in cui egli viveva – e indicando soluzioni tecniche come, ad esempio, il contornare le figure con una linea più scura.

L’URLO (1893–1910)
Edvard Munch (1863-1944)
Munchmuseet, Oslo
Tecnica tempera, pastello su cartone cm 91 × 73,5

Successivamente altri due pittori, il belga James Ensor (1860—1949) e il norvegese Edward Munch (1863-1944) contribuiscono con la loro opera a preparare il terreno all’espressionismo. In entrambi, anche se ciascuno con un proprio segno, le figure già serene e ridenti degli impressionisti si degradano, si disfano: le belle fanciulle, le dolci e rotonde nudità predilette da pittori come Renoir, si trasformano in immagini da incubo, in scheletri, in mostri ghignanti. Ensor e Munch contraddicono, con la loro pittura, l‘ottimismo della cultura ufficiale, esaltata dalla ascesa economica e tecnologica della società. Se dunque si portano alle estreme conseguenze le esperienze di Gauguin, di Ensor e di Munch risulteranno abbastanza chiare le fondamenta su cui verrà innalzato il prestigioso edificio dell’espressionismo.

Riassumendo: mentre l’impressionismo presupponeva un moto dall’esterno verso l’interno (la vista d’un fiore che si imprime nella coscienza di chi guarda), l’espressionismo, invece, si identifica nel moto opposto, dall’interno verso l’esterno (è il pittore che dà all’oggetto rimirato la forma e i valori simbolici e psicologici che il suo stato d’animo suggerisce). L’impressionismo era, in fondo, un modo passivo di recepire la realtà; l’espressionismo, per contro, è un atteggiamento attivo, aggressivo, che esalta, nei confronti della realtà, la volontà dell’artista. Vale la pena sottolineare che negli espressionisti francesi e tedeschi ebbero larghissimo credito le filosofie, rispettivamente, di Henri-Louis Bergson (Parigi, 18 ottobre 1859 – Parigi, 4 gennaio 1941) e di Friedrich Nietzsche (Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900).

La France (1939)
Henri Matisse (1869-1954)
Olio su tela cm 45 x 37
Hiroshima Museum of Art, Japan

In Francia, punto di partenza dell’espressionismo fu il movimento dei “Fauves” (“belve”) alla testa del quale troviamo gli straordinari talenti artistici di Henry Matisse (1869-1954) – di cui vi mostriamo una caratteristica figura femminile La France) -, poi Georges Braque (1882-1936), Maurice De Vlaminck (1876-1958). In Germania fu il gruppo denominato “Die Brücke” (il Ponte) a presentarsi quale assertore dei nuovi orientamenti in pittura. Tra i suoi maggiori rappresentanti: Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Erich Heckel (1885-1970), Emil Nolde (1867-1956).

La vita di questi due raggruppamenti fu breve, in proporzione inversa alla loro importanza. Nel gruppo dei “Fauves” decisiva fu l’adesione adesso data dal celeberrimo Pablo Picasso(1881-1973) che, entrato in polemica con lo stesso Matisse, sarà poi l’animatore, insieme a Georges Braque, di quell’autentica rivoluzione pittorica che fu il cubismo. Dal movimentò tedesco – che si sciolse nel l913 – deriverà il gruppo del “Cavaliere blu” (Der Blaue Reiter) che si muoverà verso la pittura astratta.
In Italia, l’esperienza più interessante di questo periodo fu quella che prese le mosse dal “futurismo” di Filippo Marinetti e dalla pubblicazione, nel 1910, di un manifesto futurista per la pittura. Tra i firmatari, Giacomo Balla (1871-1958), Umberto Boccioni (1882-1916, Carlo Carrà (1881-1966), Gino Severini (1879-4964), oltre ad Ardengo Soffici. Ciò che caratterizza questo gruppo, la cui ideologia ci è nota (sono nazionalisti, esaltatori della guerra come sola “igiene del mondo”) è una audace sperimentazione, che tende a rappresentare sinteticamente il moto di un oggetto, a renderne i ritmi attraverso accurate soluzioni formali. È un movimento dunque di “avanguardia” e che si collega, per molti aspetti, alle correnti rinnovatrici che agiranno in Europa durante e dopo il conflitto mondiale.

(1) la pittura modernista non ha infatti personalità di grande rilievo, pur se non priva di nomi famosi come l’italiano Giovanni Boldini  e l’austriaco Gustav Klimt.

(2) va detto che quando si parla di espressionismo ci si riferisce, di norma, proprio alla pittura tedesca, mentre si riserva ai francesi la definizione di “Fauve”. In realtà si tratta, come abbiamo visto, di due volti di uno stesso fenomeno artistico.

L’amante dell’ingegnere – Carlo Carrà

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IMPRESSIONISMO

IL MODERNISMO

ESPRESSIONISMO TEDESCO

ESPRESSIONISMO – IL FAUVISME

ESPRESSIONISMO – IL PONTE

MOVIMENTI DI AVANGUARDIA

LE AVANGUARDIE DELLA PITTURA

CUBISMO

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ASTRATTISMO – Kandinskij, Mondrian

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L’INFORMALE

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Immagine di copertina: Edward Munch – La danza della vita

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