D – STORIA DELL’ARTE – I grandi artisti

David di Donatello
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GRANDI ARTISTI

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(In costruzione)

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DALÍ SALVADOR – Pittore (1904-1989) (Vedi scheda)

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DAVID Jacques-Louis (Vedi scheda)

Pittore (Parigi 1748 – Bruxelles 1825).
Fu suo maestro Joseph Marie Vieu, del cui insegnamento è manifestazione prestigiosa L’opera del 1774 L’Antioco e Strafonice che gli valse il Prix de Rome, testimoniando della sua eccezionale propensione alla resa espressiva di accenti intensamente drammatici.
Fu in Italia tra il 1775 e il 1780, dove studiò l’opera di Raffaello e si avvicinò al classicismo dei Carracci, familiarizzandosi anche con altre manifestazioni dell’arte secentesca.
A Napoli ideò il suo capolavoro, che poi portò a termine a Parigi: il Ritratto equestre del Conte Patocki.
L’influenza del classicismo di Nicolas Poussin, con la sua severità morale e il rigoroso stoicismo, connesso anche alla teorizzazione di Winkelmann della serenità e del distacco supremi come qualità principali dell’arte neo-classica, si rivelano nel Dolore di Andromaca sul corpo di Ettore, in cui si manifesta anche con pienezza la sua vocazione tragica.
La sua prima opera matura è il Giuramento degli Orazi eseguito ed esposto a Roma nel 1785, in cui si esprime compiutamente la sua passione civile sfociante nell’esaltazione della virtù che antepone l’interesse patrio alla sfera dei sentimenti privati, tema questo evidente nel Bruto che ha condannato i figli (1789).
Con la Rivoluzione, il convinto giacobinismo di David lo portò ad essere eletto deputato alla Convenzione (1792) e successivamente membro del Comitato di Sicurezza accanto a Robespierre (1793): questo periodo di fervente attivismo politico accentua l’efficacia comunicativa della sua arte che si apre anche ad esiti realistici.
Il suo più grande capolavoro è Marat assassinato nel bagno (1793).
Dopo la reazione termidoriana, il clima politico profondamente ambiguo lo induce ad abbandonare i caratteri di immediatezza del suo linguaggio, cui preferisce la rarefazione di temi letterari (Le Sabine e I ritratti).
Con l’avvento di Napoleone crea i suoi ultimi capolavori (Madame Récamier, Bonaparte al passo del San Bernardo, Sacre).
Durante l’esilio a Bruxelles torna all’astrazione degli spunti e delle suggestioni letterarie.

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DEL COSSA Francesco (Vedi scheda)

Pittore (Ferrara, 1436 – Bologna, 1478)
È stato un pittore rinascimentale italiano della Scuola di Ferrara, che dopo il 1470 lavorò a Bologna, dove l’attività dell’artista fra il sesto e il settimo decennio è molto intensa.

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DONATELLO, Davide Niccolò dei Bardi (Vedi scheda)

Scultore (Firenze 1386-1466).
Si formò nella bottega di Lorenzo Ghiberti e la tradizione vuole che, a soli vent’anni, accompagnasse il Brunelleschi nel suo viaggio a Roma realizzato con intenti di studio e approfondimento archeologico. Non è sicura l’attribuzione del Profetino per la porta della Mandorla, perciò si fanno risalire al 1408 le sue prime opere accertate: la statua in marmo di David profeta, il San Giovanni Evangelista, che doveva essere collocato – insieme agli altri tre – sulla facciata di S. Maria del Fiore, e le figure di San Pietro e San Marco per Orsanmichele.
Sua prima opera famosa è, sempre per Orsanmichele, il San Giorgio, in cui dalle marginali reminiscenze gotiche si passa ad un’impostazione plastica e spaziale rigorosamente nuova.
Eseguì poi per le nicchie del campanile di Giotto i Profeti, noti per il vigore drammatico e l’intensità espressiva dei tratti.
La statua in bronzo di San Ludovico è del 1423, e anteriori al 1427 le lastre marmoree, realizzate accanto a Michelozzo, per il Monumento funebre del Cardinale Brancacci in Sant’Angelo a Nilo di Napoli.
Il periodo tra il 1430 e il 1440 lo vede dislocare la sua attività tra Firenze, Siena, Pisa e Roma.
Fra il ’32 e il ’33 fu a Roma con Michelozzo, dove scolpì il tabernacolo del Sacramento per la sacrestia dei Beneficiati e la lastra tombale marmorea di Carlo Crivelli all’Aracoeli: questo soggiorno gli consenti cli analizzare direttamente non solo le opere antiche ma anche quelle di Arnolfo di  Cambio, in un intreccio di suggestioni classiche e non, chiaramente inscrivibili nella statua bronzea del David.
I motivi dinamici sono preminenti nel pulpito del Duomo di Prato e nella cantoria del Duomo di Firenze, mentre un certo gusto per un “antico di fantasia” è evidente nell’Annunciazione.
Portò poi a termine i lavori per la sagrestia vecchia di San Lorenzo con le porte bronzee degli Apostoli e dei Martiri, ornate di stucchi policromi, e realizzò i medaglioni con le Storie di S. Giovanni, notevolissimi per gli esiti compositivi e l’audacia prospettica.
Fra il 1443 e il 1453 soggiornò a Padova, dove attese ai lavori per l’altare del Santo, sovraintendendo a un folto gruppo di collaboratori, e al monumento equestre del Gattamelata, un’opera di ardua realizzazione tecnica.
Rientrato a Firenze, realizzò il gruppo di Giuditta e Oloferne e i due pulpiti in bronzo recanti scene della Passione per San Lorenzo, la sua ultima opera.

Jacques Louis David ( parte prima ) - ScrepMagazine

La morte di Murat (1793)
Jacques-Louis David (1748-1825)
Bruxelles, Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique
Olio su tela cm 165 x 128

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