C – STORIA DELL’ARTE – I grandi artisti

Amore e Psiche (1787-93) – Canova –  Louvre 

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GRANDI ARTISTI

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(In costruzione)

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CANALETTO, Giovanni Antonio Canal (Vedi scheda)

Pittore e incisore (Venezia 1697-1768).
Iniziò come scenografo con il padre (1716-18), poi fu a Roma (1719) ove cominciò a dipingere paesaggi.
Tornato a Venezia nel 1720 dipinse panorami della città che suscitarono l’interesse degli inglesi per i quali lavorò moltissimo: nel 1746 si trasferì a Londra dove rimase per circa dieci anni dipingendone le vedute, in particolare del Tamigi e della campagna inglese.
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CANOVA Antonio (Vedi scheda)
Scultore (Possagno, Treviso 1757 – Venezia 1822).
È il massimo rappresentante del Neoclassicismo: formatosi a Venezia, le sue opere giovanili rispecchiano il gusto rococò, per la sensibilità agli aspetti pittorici del modellato e gli esiti compositivi improntati alla massima libertà.
Nel 1781 si  stabilisce definitivamente a Roma, importante centro di diffusione delle teorie estetiche del Winckelmann, del Mengs e del Milizia.
L’influenza dell’ambiente romano agì profondamente in lui spingendolo a focalizzare il problema centrale della sua arte conciliare il suo innato interesse naturalistico con la ricerca
del “bello ideale”.
A Roma realizzò il monumento a Clemente XIV ai Santi Apostoli (1784-1787) e quello a Clemente XIII in San Pietro (1787-1792).
Ma l’espressione più alta della sua maturità stilistica è testimoniata da Amore e Psiche (1787-93) e da l’Ebe (1796-98).
Ormai la fama del Canova si sparge a livello internazionale: sovrani e papi lo chiamano presso cli loro, fino al 1802, anno in cui Napoleone Bonaparte lo invita a Parigi.
Dopo una prima prova, di cui è conservato il gesso originale, quando Napoleone era ancora Primo Console, realizzerà una monumentale statua in marmo dell’Imperatore, ma la sua più autentica ispirazione, venata cli accenti patetici, si manifesta preferibilmente nelle figure femminili (celebre il ritratto di Paolina Borghese, raffigurata come Venere vincitrice) e in alcuni soggetti mitologici (la Venere e il gruppo delle Grazie).
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CARAVAGGIO, Michelangelo Merisi (Vedi scheda)
Pittore (Caravaggio, Bergamo 1573 – forse Porto Ercole, Grosseto 1610).
Si recò a Milano giovanissimo (1584), dove fu allievo di Simone Peterzano. Qui venne in contatto con una particolarissima sintesi di elementi lombardi, bergamaschi e veneti, che agirono profondamente sulla sua opera ripercuotendosi fin nei suoi ultimi esiti.
A Roma è dapprima presso un pittore siciliano, poi nella bottega del Gramatica e, infine, in quella del Cavalier d’Arpino.
Tra le sue opere giovanili figurano il Bacco, il Ragazzo con canestra, il Bacchino malato, il Fanciullo morso dal ramarro (di cui esistono due versioni), il Riposo in Egitto, la Maddalena e la Buona Ventura.
Tra il 1590 e il 1600 realizza i dipinti con le Storie di San Matteo nella Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, prima commissione pubblica coincidente col periodo della protezione del Cardinale del Monte.
La Crocifissione di S. Pietro e la Conversione di S. Paolo per Santa Maria del Popolo sono realizzati tra il 1600 e il 1601: qui la sua vocazione realistica e la sua lacerante impostazione stilistica si fanno ancora più decise.
L’ultima fase della sua opera si svolge all’insegna di una ricerca sempre più complessa, di cui sono testimonianza, dopo le ultime opere realizzate a Roma (la Madonna dei Pellegrini in Sant’Agostino, la Sepoltura di Cristo per Santa Maria in Vallicella, la Morte della Vergine per Santa Maria della Scala e la Madonna dei Palafrenieri della Galleria Borghese), il gruppo di opere eseguite a Napoli, dove era giunto in seguito alla precipitosa fuga da Roma.
Questi dipinti (le Sette opere di Misericordia, la Madonna del Rosario e la Flagellazione di Cristo) dovevano esercitare una profonda influenza sulle linee di sviluppo della pittura locale.
Soggiornò poi a Malta (di questo periodo è opportuno ricordare la Decollazione del Battista per la chiesa di San Giovanni), da cui fuggì ancora nel 1608 per recarsi a Siracusa, dove realizzò la Sepoltura di Santa Lucia, infine a Messina (Adorazione dei Pastori e Resurrezione di Lazzaro) e Palermo (Adorazione dei Pastori con i Santi Lorenzo e Francesco).
Morì, forse a seguito di un attacco di febbre malarica, dopo altre turbinose e travagliate vicende.
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CARRÀ Carlo
Pittore (Quargnento, Alessandria 1881 – Milano 1966).
Si recò giovane a Milano dove, svolgendo l’attività di decoratore, si mantenne ai corsi serali dell’Accademia di Brera.
A Parigi si mise in contatto con l’ambiente anarchico ed ebbe modo di studiare la pittura francese dell’Ottocento.
Il suo esordio fu all’insegna del divisionismo che, attraverso le personalità di Segantini e Previati, arrivava a connettersi ai motivi del futurismo: emblematici di questo periodo sono Notturno in Piazza Beccaria e I funerali dell’anarchico Calli (1910-11), realizzati dopo l’adesione al movimento futurista nel 1910, sottoscritto con Boccioni, Russolo, Balla e Severini.
Dopo I’esperienza futurista e la collaborazione alla rivista Lacerba, senti però il bisogno di rifugiarsi entro un nuovo ordine improntato ad un simbolismo umanista che trovava espressione nella “pittura metafisica” (esperienza condivisa con Giorgio De Chirico e Savinio), cui fecero seguito i periodi del “realismo magico” e dei “valori plastici” (Pino sul mare, Vela sul porto), fino ad arrivare al Novecento, movimento di cui fu il principale animatore e sotto la cui insegna si dispone anche Io stile della sua opera successiva.
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CORREGGIO, Antonio Allegri (Vedi scheda)
Pseudonimo di Antonio Allegri, pittore (Correggio, Reggio Emilia 1489 circa – 1534).
Si sa poco della sua biografia: i critici annoverano nel gruppo di opere del suo primo periodo la Madonna di San Francesco, la Sacra Famiglia della raccolta Orombelli, lo Sposalizio di Santa Caterina, la Sacra Famiglia del Castello Sforzesco, la Natività Crespi, la Madonna col Bambino detta la Zingarella.
Il Mengs ipotizzava un viaggio a Roma compiuto verso il 1518-19, poi comprovato dall’esito dello studio critico di Roberto Longhi sulla Camera di San Paolo (1956) in cui sono evidenziati tratti formali ed elementi culturali tratti dalle stanze vaticane e dalla Farnesina di Raffaello e dalla Sistina di Michelangelo.
Si presume che il Correggio abbia realizzato la decorazione della Camera di San Paolo tra il 1519 e il 1520, immediatamente dopo il ritorno da Roma, su incarico della badessa del monastero di San Paolo: di quest’opera è stata altresì documentata l’ispirazione mantegnesca.
Dopo questa grande e impegnativa realizzazione, Correggio fu in grado di affrontare, con consumata sapienza tecnica e maturità di stile, il suo capolavoro: la decorazione delle cupole di San Giovanni Evangelista e del Duomo di Parma, quest’ultima definita dal Mengs “la più bella di tutte le cupole che siensi dipinte prima e dopo di lui”.
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Caravaggio
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PICCOLO GLOSSARIO DELL’ARTE

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