Ratto di Europa (1541-42) – Tintoretto (Vedi scheda) |
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GRANDI ARTISTI
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(In costruzione)
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TIEPOLO Giambattista (Vedi biografia)
Pittore (Venezia 1696 – Madrid 1770).
Frequentò la bottega di Gregorio Lazzarini, ma presto si rese indipendente, subendo piuttosto l’influenza di Giambattista Piazzetta e Sebastiano Ricci.
Questo influsso si evidenzia nei violenti contrasti di luce delle sue prime opere: il Sacrificio d’Isacco (1715) e il Martirio di S. Bartolomeo (1721).
Perseverò in questo orientamento sino ad abbandonare il luminismo barocco per una luminosità totale: il colore-luce (ispirandosi al Veronese).
Nel 1725 eseguì la Gloria di S. Teresa e nel 1726 si recò a Udine, dove affrescò la Cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo e il palazzo arcivescovile con storie bibliche.
Dal 1731 al ’40 creò veri capolavori: affrescò a Milano le Storie di Scipione (1731), a Bergamo, nella cupola della Cappella Colleoni, le Storie del Battista ( 1733), a Venezia il soffitto della chiesa dei Gesuiti (1737-39), e, ancora a Milano, il soffitto di Palazzo Clerici (1740).
Dal 1740 al ’43 fu a Venezia e lavorò alla Scuola dei Carmini, nel ’43 affrescò la Villa Cordellina a Montecchio con Storie di Dario e di Scipione, e nel ’46 Palazzo Libia a Venezia.
Chiamato a Würzburg (Franconia) decorò il Salone da pranzo con episodi della vita di Bartolomeo, e lo scalone con le Parti del Mondo della residenza del principe Vescovo (1750-53).
Nel ’57 rientrò a Venezia e decorò, con episodi dell’Iliade, Eneide, Orlando Furioso e Gerusalemme Liberata, la Villa Valmarana.
Si recò anche in Spagna, chiamato dal re Carlo III, per decorare il nuovo Palazzo Reale, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Frequentò la bottega di Gregorio Lazzarini, ma presto si rese indipendente, subendo piuttosto l’influenza di Giambattista Piazzetta e Sebastiano Ricci.
Questo influsso si evidenzia nei violenti contrasti di luce delle sue prime opere: il Sacrificio d’Isacco (1715) e il Martirio di S. Bartolomeo (1721).
Perseverò in questo orientamento sino ad abbandonare il luminismo barocco per una luminosità totale: il colore-luce (ispirandosi al Veronese).
Nel 1725 eseguì la Gloria di S. Teresa e nel 1726 si recò a Udine, dove affrescò la Cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo e il palazzo arcivescovile con storie bibliche.
Dal 1731 al ’40 creò veri capolavori: affrescò a Milano le Storie di Scipione (1731), a Bergamo, nella cupola della Cappella Colleoni, le Storie del Battista ( 1733), a Venezia il soffitto della chiesa dei Gesuiti (1737-39), e, ancora a Milano, il soffitto di Palazzo Clerici (1740).
Dal 1740 al ’43 fu a Venezia e lavorò alla Scuola dei Carmini, nel ’43 affrescò la Villa Cordellina a Montecchio con Storie di Dario e di Scipione, e nel ’46 Palazzo Libia a Venezia.
Chiamato a Würzburg (Franconia) decorò il Salone da pranzo con episodi della vita di Bartolomeo, e lo scalone con le Parti del Mondo della residenza del principe Vescovo (1750-53).
Nel ’57 rientrò a Venezia e decorò, con episodi dell’Iliade, Eneide, Orlando Furioso e Gerusalemme Liberata, la Villa Valmarana.
Si recò anche in Spagna, chiamato dal re Carlo III, per decorare il nuovo Palazzo Reale, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
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TINTORETTO, Jacopo Robusti (Vedi biografia)
Pittore (Venezia 1518-94).
Così chiamato a causa del mestiere del padre, tintore di panni, iniziò la sua attività intorno al 1540 e fu artista importantissimo in antagonismo con Tiziano.
Nel 1547 dipinse l’Ultima Cena e nel ’48 il Miracolo di S. Marco che libera lo schiavo, considerato il suo primo lavoro impegnativo.
Tra il 1550 e il ’53 esegui le Storie bibliche, tra cui l’Adamo ed Eva, la Proibizione del Pomo e Il Peccato.
Alle Storie bibliche sono da collegare la Liberazione di Arsinoe di Dresda e la bellissima Susanna e i vecchioni di Vienna, capolavoro di questo periodo.
Intorno al 1562 dipinse il Giudizio Universale, opera che si può raffrontare al Giudizio michelangiolesco.
Tra il 1564 e l’87 decorò la Sala Grande e la Sala Inferiore per la Scuola di S. Rocco, che fu la sua più grande impresa artistica e poetica.
Contemporaneamente dipinse altre opere a Palazzo Ducale, tra cui il Paradiso, considerata la più grande tela del mondo.
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Giambattista Tiepolo: Giovane donna con pappagallo
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XVI secolo – ARTE DEL RINASCIMENTO
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