IL TEMPLO MAYOR

Una ricostruzione dell’antico Templo Mayor (Fonte immagine Wikipedia)

IL TEMPLO MAYOR

All’alba del 21 febbraio 1978, un operaio della compagnia elettrica che stava lavorando in una trincea scavata per la costruzione della metropolitana interruppe il lavoro gridando: “Ho trovato il braccio di una dea! ”. Nel giro di poche ore gli archeologi accorsi sul posto scoprirono un grande disco di pietra del diametro di 3,25 metri su cui era scolpita in altorilievo una divinità femminile decapitata con braccia e gambe staccate dal torso: era Coyolxauhqui, la sorella lunare del dio Huitzilopochtli uccisa e smembrata dal fratello durante una mitica lotta fra i due.


Coyolxauhqui, sorella lunare del dio Huitzilopochtli, uccisa e smembrata dal fratello dopo una battaglia sulla collina di Coatepec.

Gli archeologi si resero subito conto che lo scavo della metropolitana aveva incontrato proprio il Templo Mayor, la grande piramide dell’antica capitale azteca. Da sempre si sapeva che l’edificio doveva trovarsi in quell’area, e già nel 1900 alcuni lavori stradali avevano intaccato parte delle strutture sepolte. Le stesse cronache dei conquistadores erano così precise nella descrizione della zona centrale di Tenochtitlàn, che si sapeva esattamente come doveva presentarsi la grande piazza con gli edifici sacri e il palazzo di Montezuma. Si sapeva anche che la piramide più grande di tutto il complesso cerimoniale era dedicata a Tlaloc dio della pioggia, e a Huitzilopochtli dio solare della guerra, i cui templi sorgevano affiancati sulla sommità della piramide tronca alta 30 metri e formata da quattro piattaforme sovrapposte.

Questa la situazione ai tempi dei conquistadores. Ma i resti individuati dall’operaio dell’azienda elettrica facevano parte di un edificio più antico di quello che videro i soldati di Cortés: la piramide descritta dai conquistadores era infatti il quinto e ultimo ampliamento di una struttura già esistente da tempo. Le cinque piramidi erano quindi sepolte una dentro l’altra, come una gigantesca scatola cinese, e la statua scoperta dall’operaio apparteneva al terzo edificio.

L’intera struttura dell’ultima piramide copriva un’area di metri 100 per 90 e sulla facciata aveva due scalinate di 114 gradini ciascuna decorate alla base da sculture raffiguranti teste di serpenti.

Un impianto simile, sebbene di dimensioni più piccole, pare avessero anche le piramidi precedenti erette da Itzcoatl, Montezuma I e Ahuitzotl, predecessori di Montezuma.

Subito dopo la scoperta casuale del grande disco scolpito venne deciso di affrontare una volta per tutte il problema del recupero archeologico del Templo Mayor. I lavori vennero affidati all’archeologo Eduardo Matos Moctezuma (incredibile coincidenza di nomi! ), che in anni di scavi ha ritrovato le parti inferiori delle antiche strutture e migliaia di oggetti votivi, anche provenienti dalle regioni tributarie degli aztechi, che chiariscono l’identità degli dèi a cui era dedicata la piramide. Sono conchiglie autentiche o gigantesche imitazioni in pietra, modellini in pietra di barche, monili a forma di pesci, rane di madreperla e di corallo; tutte immagini relative al culto di Tlaloc, il dio della pioggia di cui sono state scoperte anche numerose effigi sotto forma di vasi o di maschere.
Assenti invece le raffigurazioni del dio guerriero Huitzilopochtli che, comunque, era drammaticamente rappresentato dai resti delle vittime sacrificali (animali o umane), crani decorati. coltelli sacrificali in pietra e anche un’offerta di quarantadue teschi
di bambini.

A ciascuna divinità le sue offerte, che ora fanno la gioia degli archeologi e rivelano gli aspetti profondi dell’assetto sociale e delle esigenze fondamentali del popolo azteco. Aspetti che sono materialmente rappresentati nella struttura stessa della piramide coi suoi due templi sulla sommità che simboleggiano il compromesso di potere tra la casta sacerdotale e quella guerriera, indicate rispettivamente dagli dèi Tlaloc (della pioggia) e Huitzilopochtli (della guerra).

“In questa ripartizione dell’area più sacra del tempio — ha scritto Eduardo Matos Moctezuma — è simboleggiata l’alleanza politica tra i sacerdoti e i guerrieri. Il doppio tempio, come tipo di monumento, è presente nel Messico già nel XII secolo e nei secoli successivi lo troviamo in diverse località, ma ritengo che questo modello architettonico si sia affermato come risultante della lotta per il potere tra le due fazioni emergenti tra il 300 e il 900 dopo Cristo, in quello che viene indicato come Periodo Classico. Lo scontro fra questi due gruppi potrebbe essere sfociato in un compromesso tra i due sistemi di potere. È possibile, per esempio, che nella città-stato di Tenochtitlàn vi sia stata una forma di governo in cui i sacerdoti detenevano il potere grazie all’appoggio dei militari. Quest’alleanza tra sacerdoti e guerrieri era simboleggiata nel doppio sacrario sulla piattaforma più alta del più grande tempio della città e i due aspetti erano incarnati nella persona del sovrano, il tlatoani, che era sia il sommo sacerdote sia il capo militare.”

I due sacrari erano contemporaneamente il punto focale della cosmogonia azteca e la rappresentazione palpabile del potere religioso-militare che reggeva una società dipendente dai raccolti (Tlaloc-la pioggia-i sacerdoti) e dalla riscossione dei tributi (Huitzilopochtli-le armi-i guerrieri). Ma la piramide era anche il “teatro” dove avevano luogo i sacrifici umani affinché il sangue degli uomini nutrisse gli dèi che assicuravano la vita. I prigionieri salivano le scalinate del Temple Mayor fino agli altari sacrificali dove i sacerdoti spaccavano loro il petto per offrire cuori alle divinità. Poi i corpi dei disgraziati venivano fatti a pezzi
e mangiati dai fedeli.

Una feroce comunione fra terra e cielo che fece inorridire i conquistadores; che per questo, in nome di un altro dio, sterminarono un popolo intero.

Viviano Domenici

VEDI ANCHE . . .

STORIA DELL’ARCHEOLOGIA

LE GRANDI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE

LA SCOPERTA DI TROIA – Heinrich Schliemann

SCHLIEMANN ALLA SCOPERTA DI TROIA

ANTICA GRECIA – Architettura dell’età arcaica

CRETA E MICENE – L’ARTE MINOICA

CRETA E MICENE – LA CIVILTÀ MICENEA

NECROPOLI TEBANA

I TEMPLI DI ABU SIMBEL

L’ORO DI TUTANKHAMON

LOCALITÀ ETRUSCHE

LO SPECCHIO ETRUSCO

L’ARRINGATORE ETRUSCO

LA CHIMERA DI AREZZO

IL FRONTONE DI TALAMONE

POMPEI, ALL’OMBRA DEL VESUVIO

L’AMORE SUI MONUMENTI DI AQUILEIA

IL TEMPLO MAYOR

MACHU PICCHU

TIKAL, antica città Maja

CHICHÉN ITZÁ – LA CITTÀ DEI MAYA

ESERCITO DI TERRACOTTA

.