Dopo il lungo silenzio del Medioevo, nel Quattrocento i toscani riscoprono gli etruschi, complici i molti ritrovamenti effettuati in Toscana e nel Lazio. Un anonimo visitatore incide la data 1492 su una parete della tomba della Mula, vicino a Quinto Fiorentino (fine del VII secolo a.C.), oggi trasformata in cava. Nel Cinquecento vengono alla luce due fra i più bei bronzi etruschi conosciuti: la Chimera di Arezzo, un grande ex voto dell’inizio del III secolo a.C. scoperto nel 1553, e la statua dell’Arringatore, ritrovata nel 1566 nei dintorni del Trasimeno e considerata spesso il prototipo dell’oratore antico.
ARRINGATORE
La scultura fu scoperta nel XVI secolo ed è ora nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze. La statua è un significativo esempio di scultura bronzea tardo etrusca e testimonia la progressiva romanizzazione dell’arte etrusca.
L’Arringatore alza il braccio destro per invitare la folla a far silenzio (silentium manu facere, dicevano i romani) per ascoltare il suo discorso. L’iscrizione in etrusco incisa sulla parte inferiore della toga ci dice che la statua – destinata forse a un santuario – raffigura Aule Meteli, un notabile di Perugia o di Cortona. Questo bronzo, a grandezza naturale (é alto 1,79 metri) fu scoperto nel 1566 a Pila, presso Perugia, e risale alla fine del secolo a.C.; dopo la concessione all’Etruria della cittadinanza romana le iscrizioni ufficiali saranno redatte in latino.
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