SAN MATTEO E L’ANGELO (1602 circa)
Michelangelo Merisi, detto Caravaggio
San Luigi dei Francesi, Cappella Contarelli – Roma
Olio su tela cm 295 x 195
Nella attuale redazione, comunque, il rapporto fra San Matteo e l’angelo che detta il Vangelo rimane intensissimo e diretto: un lampeggiare di sguardi, un corrispondersi di gesti senza intermediari. La posa disinvolta del santo è indice di una spregiudicatezza che i rifiuti dei committenti non possono piegare.
La prima redazione del San Matteo e l’angelo fu “tolta via dai preti, col dire che quella figura non aveva decoro né aspetto di Santo, stando a sedere con le gambe incavallate e coi piedi rozzamente esposti al popolo. Si disperava Caravaggio per questo affronto”. (Giovan Pietro Bellori).
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Prima versione del San Matteo e l’angelo, poi distrutta
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Questa prima versione del San Matteo e l’angelo fu acquistata da Vincenzo Giustiniani, che la passò ai Musei di Berlino nel 1815 e fu distrutta verso la fine della seconda guerra mondiale nell’incendio della Flakturm Friedrichshain.
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Ritratto di Caravaggio di Ottavio Leoni, 1621 circa
(Carboncino nero e pastelli su carta blu, 23,4 × 16,3 cm)
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