SANDRO BOTTICELLI

Madonna del Magnificat Botticelli (vedi scheda)

SANDRO BOTTICELLI

Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, conosciuto col nome d’arte di Sandro Botticelli (Firenze, 1º marzo 1445 – Firenze, 17 maggio 1510), è stato un pittore italiano del primo Rinascimento. La reputazione postuma di Botticelli ne risentì fino alla fine del XIX secolo, quando fu riscoperto dai preraffaelliti che stimolarono una rivalutazione della sua opera. Da allora, i suoi dipinti sono stati visti rappresentare la grazia lineare del tardo gotico italiano e di alcuni dipinti del primo Rinascimento, anche se risalgono alla seconda metà del periodo rinascimentale italiano.

Sandro Botticelli nasce a Firenze, e l’arte varia e voluttuosa di Filippo Lippi attrae l’intelligenza del giovane che non è indifferente né alla nobiltà del Verrocchio né alla vibrante risolutezza di Antonio Pollaiolo. Disegnatore originale, traduce i tratti continui e le linee impulsive, che intaccano le superfici, in pennellate aspre, le quali ricercano i caratteri, le espressioni ed i movimenti. L’arido naturalismo di alcuni quattrocentisti toscani si raffina nella norma esclusiva della linea sottile e nervosa; l’indole mobile e l’ardore dell’ingegno convengono a questo periodo di transizione. L’umanesimo dei Medici ristabilisce il culto e non la copia dell’antico: la poesia non ricalca modelli, e l’anima del vero artista interpreta le leggende religiose ed i miti pagani. All’intensità della fede non repugnano i bei corpi femminili, lunghi e magri, dal viso affilato e dallo sguardo triste, come quello delle Madonne con gli occhi bassi e le labbra smorte. La curiosità e la finezza penetrano nell’allegoria ed appassionano l’azione con la violenza del contorno, specie quando i motivi si coordinano o turbinano attorno ad un punto di mezzo del quadro. Anche nei disegni in punta d’argento, che illustrano la Divina Commedia, lo squisito idealista esclude dal suo lirismo pittorico i terribili effetti delle bufere e delle pene devastatrici.

Botticelli-primavera.jpgLA PRIMAVERA – Sandro Botticelli (Vedi scheda)

La Primavera (Firenze, Uffizi; dipinta nel 1476-78) evoca il sogno celebrato dal Poliziano nelle Stanze. Al rezzo d’un bosco d’aranci, nella luce ambrata, che filtra fra i tronchi, Venere – casta e con il capo chino – sembra in atto di segnare il ritmo alla danza delle Grazie agili e coperte di veli. Accanto ad esse, Mercurio con il casco – è forse “il bel Julio” del poeta – alza la destra ai rami, ed il piccolo Amore, con gli occhi bendati, scendendo a volo, scaglia un dardo; a sinistra, la Primavera cammina lieve ed ilare sui fiori, mentre Flora sfugge all’abbraccio di Zeffiro.

La nascita di Venere (1485 circa)
Sandro Botticelli (1445–1510)
Tempera su tela cm 172,5 x 278,5
Galleria degli Uffizi, Firenze

Nel 1478 fu eseguita la Nascita di Venere degli Uffizi: un altro capolavoro. La dea, trasportata sulla conchiglia dal soffio dei Venti, è malinconica, e, quasi tocca da un’ombra di misticismo medioevale, non s’accorge della ninfa che vuol metterle il manto rosso a fiori verdi. Fra il 1481 e l’82, furono affrescati nella Cappella Sistina la Purificazione del lebbroso – che ricorda la carità di Sisto 1V, fondatore d’un ospedale -, la Giovinezza di Mosè ed Aaron che scaccia i ribelli, monumentale e mosso; la novità di quest’ultima composizione si collega con la più tarda Calunnia d’Apelle (Firenze, Uffizi). Fra i tondi non si deve dimenticare l’ispirata Madonna del Magnificat (Firenze, Uffizi), specie per il contrasto fra la Vergine, umile e raccolta ed il Bambino che leva la testa e vede l’infinito.
Dei singolari ritratti, i più psicologici sono Simonetta Vespucci (1476 circa) e Giuliano de’ Medici (1478 circa) del Museo di Berlino.

Madonna col Bambino e San Giovanni Battista (1470–1475
Sandro Botticelli (1445–1510)
Tempera e olio su tavola di pioppo cm 91 x 67
Museo del Louvre, Parigi

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