LA SCUOLA VENEZIANA – Gentile, Jacopo e Giovanni Bellini

Madonna degli Alberetti (1487)
Giovanni Bellini (1427 circa –1516)
Olio su tavola cm 71x 58
Gallerie dell’Accademia, Venezia

LA SCUOLA VENEZIANA

A Venezia, isolata e ricca nella sua libera magnificenza, la scuola locale di pittura si forma tardi. Il governo dei dogi continua l’impresa di decorare con gli splendidi mosaici il San Marco, ma, verso il 1420, Gentile da Fabriano lavora nel Palazzo Ducale, e contribuisce a promuovere l’emancipazione dai cristallizzati schemi bizantini e dall’inerzia del gotico fiorito. Gli succede Antonio Pisano detto il Pisanello, che raccoglie intorno a sé un gruppo di pittori, fra i quali emergono MICHELE GIAMBONO, JACOBELLO DEL FIORE, ANTONIO VIVARINI ed il padre dei BELLINI. Il Vivarini apre la bottega muranese donde esce il fratello Bartolomeo, maestro del suo grande consanguineo Alvise (1447-1504). A Venezia, l’arte si espande e gode sempre più il frutto delle sue conquiste, mentre da Murano la profondità dell’ultimo Vivarini si dirama nelle scuole minori della regione. Gli elementi della pittura veneziana: l’aria, il colore, la luce e lo spazio non possono giovarsi né degli alberi, né dei prati, né delle fertili pianure – su cui si stende immenso l’orizzonte – né dei paesi montuosi, frastagliati e lontani. Le fiamme d’oro del sole ed i crocei e rosei tramonti, il verde delle acque, l’azzurro del cielo ed i vapori dell’atmosfera sono le note fondamentali della tavolozza, onde l’esistenza deriva la sua morbida e sensuale bellezza. Le chiese, i palazzi ed i ponti di marmo compongono l’ambiente adatto alle funzioni e alle feste, in cui gli apparati, gli arredi e gli abiti pospongono alla maestà del potere civile, fastoso ed aristocratico, i riti della chiesa.

Madonna col Bambino benedicente (1455 circa)
Jacopo Bellini (1400–1470)
Tempera su tavola cm 94 x 66
Gallerie dell’Accademia, Venezia

Di JACOPO BELLINI (Venezia, 1396 circa – 1470 circa), scolaro di Gentile da Fabriano, andarono perduti la popolosa Crocifissione di Verona ed il ciclo degli affreschi. nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista in Venezia; la Madonna del Louvre non si può dire opera d’un precursore, ché l’immobilità delle forme la contiene nell’arcaismo ancora bizantino, onde non è immune la Madonna degli Uffizi, veduta di faccia, più larga e ieratica. Il singolare autore dei novantanove disegni che compongono il libro del British-Museum di Londra e dei novantacinque contenuti nell’altro del Louvre, finisce i suoi fogli in penna, in punta d’argento, in acquerello e, principalmente nel volume parigino, è vario di movimenti, d’architetture e di paesi, benché la ricca fantasia del linearismo gotico si fermi sulla soglia del Rinascimento. Fra il padre Bellini ed i figli, sorge l’arte: feconda di nuove tendenze psicologiche e tecniche di Antonello da Messina (1430 circa – l479). Egli riscalda i colori con la luce, perfeziona la tecnica ad olio, e dà solidità geometrica di piani ai corpi (Annunziata del Museo di Palermo, San Sebastiano della Galleria di Dresda); penetrante ritrattista (Il Condottiero del Louvre, ed il Poeta del Museo Civico di Milano), s’indugia nell’asprezza volitiva ed astratta del tipo, e la scuola veneziana soggiace alla malia di questo forestiero che la svecchia di tutte le ripetizioni arretrate.

Processione in piazza San Marco (1496)
Gentile Bellini (1429–1507)
Tempera e olio su tela cm 373 x 745
Gallerie dell’Accademia, Venezia

GENTILE BELLINI (Venezia, 1429 – Venezia, 23 febbraio 1507), nella gioventù, non si diparte dagli ammaestramenti paterni; segue poi il Mantegna nelle ante d’organo del San Marco, e nel 1465, non lasciandosi impressionare né da mode né da maestri, concreta la propria individualità nel San Lorenzo Giustiniani (Venezia, Gallerie). Le spaziose vedute architettoniche, i cieli larghi e nitidi, lo splendore dei costumi, la gravità dei senatori, la bellezza rosea e bionda delle donne, la virile gagliardia dei pescatori abbronzati dal sole e dall’aria marina, la festa delle tinte e tutte le risorse della vita aristocratica e popolana si condensano nei grandi “teleri” dell’artista che fu a Costantinopoli nel 1479-80, conservandosi prettamente veneziano. Un capolavoro è la statica Processione nella Piazza di San Marco (Venezia, Gallerie), ed il Ritrovamento delle reliquie della Santa Croce, della medesima raccolta, si presta all’immobile attenzione della folla; la prospettiva del canale, del ponte e delle case rivaleggia con le migliori prove dei tardi vedutisti, del Guardi o del Canaletto. La Predicazione di  Sant’Alamo ad Alessandria (Milano, Brera), finita dal fratello, mette a profitto i ricordi e gli schizzi, del soggiorno in Oriente, ma il pretesto storico non offusca la visione del colorista e l’osservazione del caratterizzatore ragguardevole anche nei ritratti di Caterina Corrado (Budapest, Museo) e di Maometto II (Londra, National Gallery).

PALA DELL’INCORONAZIONE DELLA VERGINE – Giovanni Bellini (Vedi scheda)

GIOVANNI BELLINI detto Giambellino (Venezia, 1427 o 1430 circa – Venezia, 29 novembre 1516), figlio naturale di Jacopo, trasforma il procedimento tecnico, e l’aria di sogno delle sue Madonne, con il viso dall’ovale lungo, chiuso nel bianco velo, e con le mani affilate, che sfiorano le carni del Bimbo, esalta il mistero della maternità con dolcezza contemplativa ed inimitabile (Madonna col Bambino, già nella raccolta Frizzoni e nella Pinacoteca di Torino). Pittore della Vergine in più quadri d’altare, Giambellino unisce la nobiltà dell’aspetto con la squisitezza del sentire. Mantegnesco ed ispirato nella Pietà di Brera, passa ai temi allegorici (Anime del Purgatorio – argomento ricavato da un poema francese del secolo XIV – negli Uffizi di Firenze), e ritorna al trittico con l’insuperabile Madonna dei Frari in Venezia, che siede nell’abside sfavillante di mosaici, in una luce d’ambra, che si confonde con i suoni dei due arguti angioletti appoggiati robustamente con un piede sul primo gradino del trono. Le “sacre conversazioni” sviluppano l’idealità musicale nella Madonna e Santi delle Gallerie di Venezia, il lirismo meditative nella pala di San Zaccaria ed un calore di vita confidente nei quadri più semplici, a mezze figure (Madonna con due Sante e Madonna con i Ss. Giorgio e Paolo nelle Gallerie di Venezia). Lo stile ha acquistato la padronanza del rilievo, la verità delle proporzioni e l’armonia di un nuovo mezzo atmosferica, nel quale i corpi si immergono. Effetti di spazio, di luce vivida e di energia rappresentativa ingrandiscono la Trasfigurazione del Museo Nazionale di Napoli, e questo tentativo di significare con maggior elevatezza il divino sembra contradirsi nel Battesimo di Cristo (Vicenza, Santa Corona), dove il candore quattrocentistico della composizione e delle figure concorda con la compendiosità panoramica dello sfondo.

VEDI ANCHE . . .

ARTE DEL RINASCIMENTO

ARCHITETTURA DEL QUATTROCENTO

LA SCULTURA DEL QUATTROCENTO

LA PITTURA DEL QUATTROCENTO

MASOLINO DA PANICALE

MASACCIO

BEATO ANGELICO

BENOZZO GOZZOLI

ANDREA DEL CASTAGNO

Paolo Doni detto PAOLO UCCELLO

DOMENICO VENEZIANO

PIERO DELLA FRANCESCA

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LUCA SIGNORELLI

FILIPPO LIPPI

ANTONIO POLLAIOLO

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PIETRO VANNUCCI detto il PERUGINO

SANDRO BOTTICELLI

FILIPPINO LIPPI

COSIMO ROSSELLI

DOMENICO GHIRLANDAIO

LA SCUOLA PADOVANA: ANDREA MANTEGNA

LA SCUOLA FERRARESE: COSTA, TURA, DEL COSSA, DE’ ROBERTI

LA SCUOLA BOLOGNESE: FRANCESCO FRANCIA

LA SCUOLA VENEZIANA – Gentile, Jacopo e Giovanni Bellini

1 – GIOVANNI BELLINI – Vita e opere

2 – GIOVANNI BELLINI – Vita e opere

L’EREDITÀ DI GIOVANNI BELLINI

PIETÀ – Giovanni Bellini

ORAZIONE NELL’ORTO – Giovanni Bellini

MADONNA COL BAMBINO (Madonna Greca) – Giovanni Bellini

RITRATTO DEL DOGE LEONARDO LOREDAN – Giovanni Bellini

PALA DELL’INCORONAZIONE DELLA VERGINE – Giovanni Bellini

GENTILE BELLINI – Vita e opere

PROCESSIONE IN PIAZZA SAN MARCO – Gentile Bellini

Continua…….

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