ARTE DEL ‘500 – PITTURA E ARCHITETTURA

Creazione di Adamo – Michelangelo Buonarroti,

L’ARTE DEL ‘500

Motivi fondamentali

Abbiamo visto come già nel ‘400 le arti figurative e la architettura perdessero in buona parte la componente mistico-religiosa, tipica del Medioevo, per assumere una connotazione mondana, cioè ispirata al gusto borghese e laico. Questa mondanità è caratteristica piena dell’arte rinascimentale, anche quando essa tratta di soggetti e di scene sacre. È un’arte legata al suo tempo e ne esprime compiutamente i valori. Motivo fondamentale delle opere del Rinascimento è l’esaltazione della bellezza e della forza fisica assurti a simbolo della bellezza e del valore spirituale.

Lo stile – Dopo le acquisizioni tecnico-scientifiche dovute ai maestri del ‘400 come Leon Battista Alberti e Leonardo – è nella ricerca dell’essenziale: pittura e scultura, dovevano essere, e lo saranno in effetti, una rappresentazione sintetica della realtà. In questa ricerca gli artisti del ‘500 raggiunsero praticamente la perfezione: Michelangelo Buonarroti, Raffaello Sanzio, Tiziano Vecellio sono nomi della storia che sanno di leggenda.

Michelangelo Buonarroti

Michelangelo Buonarroti (1475-1564) perfezionò le esperienze artistiche del ‘400: rivivono nei suoi quadri l’energia del Masaccio, la vitalità del Pollaiolo, le linee vibranti di Andrea del Castagno, la malinconia di alcune opere del Botticelli.

Il suo capolavoro, come pittore, è certamente la volta della Cappella Sistina, nella quale affrescò le “Storie della Genesi” e il “Giudizio universale“, opera stupenda e di grande potenza drammatica.

Michelangelo eccelse anche nella scultura: egli sentiva di poter esprimere in questo campo i suoi sentimenti con assoluta libertà. Creò opere di alta drammaticità: gli “Schiavi” del Louvre di Parigi e dell’Accademia di Firenze, la “Pietà” della basilica di San Pietro, il “Monumento funebre a Giuliano de’ Medici e a Lorenzo il Magnifico conservati nella Cappella Medicea della chiesa fiorentina di San Lorenzo, il “David” dell’Accademia di Firenze, il “Mosè” in San Pietro in Vincoli in Roma.

Nell’arte del Buonarroti il classicismo del Rinascimento, vale a dire i richiami al classico che specie nella scultura distinguono le opere di quest’epoca, si modifica e si trasforma. La tecnica del “non finito”, specie nella “Pietà” suscita una forte suggestione drammatica e spirituale.

Il Buonarroti fu infine un eccellente architetto: nel 1547 iniziò la progettazione della “Fabbrica di San Pietro“, ispirandosi alla pianta già ideata dal Bramante, autore della Chiesa di San Pietro. Progettò poi la Piazza del Campidoglio, Porta Pia e Santa Maria degli Angeli, nella quale anticipò il gusto barocco.

L’architettura del ‘500

Nel ‘500 lavorarono in Italia numerosi architetti: è Antonio da Sangallo il giovane (1483-1546), autore di Palazzo Farnese a Roma, il Bramante (1444-1514) autore dell’abside e della crociera di Santa Maria delle Grazie a Milano, del Tempietto di San Pietro in Montorio e del Chiostro di Santa Maria della Pace, a Roma; Jacopo Barozzi, detto il Vignola (1507-1573) che costruì il Castello di Caprarola, oltre a Villa Giulia e alla Chiesa del Gesù a Roma.

MADONNA DELLA SEGGIOLA – RAFFAELLO (Vedi scheda)

 La pittura del ‘500

Raffaello Sanzio, nato ad Urbino nel 1483 e morto a Roma nel 1520, fu uno dei più grandi interpreti delle esigenze spirituali del Rinascimento. Espresse nelle sue famose Madonne la “Madonna del Granduca“, conservata a Palazzo Pitti, la “Madonna del Cardellino“, ora agli Uffizi, la “Madonna della Seggiola“, ecc.) la serenità, la dolcezza, il lirismo, l’armonia dei colori e delle forme tipiche del suo tempo. Negli affreschi del Vaticano il suo linguaggio divenne, invece, più drammatico e intenso per l’influenza esercitata su di lui dalla presenza di Michelangelo e dal gusto della Corte papale.

La sua opera più famosa, è forse “Lo Sposalizio della Vergine“, conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano, che offre uno splendido esempio di equilibrio di forme e una raffinata prospettiva ottenuta soprattutto sfruttando le possibilità della luce.

LA TEMPESTA – GIORGIONE (Vedi scheda)

La Repubblica veneta fu nel ‘500 patria di molti artisti di elevato talento. Fra questi, Giorgione (1477-1510) che dipinse “La tempesta” delle Gallerie veneziane, la “Giuditta” del Museo di Leningrado e la “Venere dormiente” della Pinacoteca di Dresda.

Con queste opere Giorgione (il cui vero nome era Giorgio Barbarelli) creò un nuovo linguaggio pittorico detto “tonale”, basato su particolari effetti di luminosità del colore.

AMOR SACRO E AMOR PROFANO – TIZIANO (Vedi scheda)

Il suo allievo più illustre fu Tiziano Vecellio (1477-1576), che continuò. gli studi del maestro sul colore, ottenendo contorni morbidamente imprecisi e un rilievo solido e lieve nello stesso tempo, che contribuisce a creare figure intense e vive. Le sue opere più importanti sono lo “Amor sacro e amor profano” della Galleria Borghese di Roma, il “Concerto campestre” di Palazzo Pitti, il “Cristo della moneta” della Pinacoteca di Dresda, lo “Uomo dal guanto“, conservato al Louvre, il “Ritratto di Carlo V” del Prado di Madrid.

Il colore ha in tutte queste opere uno splendore vivissimo: nelle opere più giovanili dominano tonalità dorate e luminose; in quelle più tarde si nota invece lo sforzo del pittore di creare effetti più drammatici, più vibranti, più vicini al gusto del ‘600.

LE NOZZE DI CANA – Paolo Caliari, detto il VERONESE (Vedi scheda)

Paolo Veronese (1528-1588), contemporaneo del Tiziano, ebbe uno stile molto personale, riprendendo il cromatismo, cioè l’effetto di armonia e di contrasto nato dall’accostamento di colori molto diversi, proprio della tradizione bizantina.
I suoi capolavori sono le “Nozze di Cana“, ora al Louvre di Parigi; la “Disputa di Gesù nel Tempio” e il “Centurione“, al Prado di Madrid, e “Il sogno di Sant’Elena” della Galleria Nazionale di Londra, nel quale l’espressione spirituale è affidata soltanto ad un colore bellissimo e pacato.

Susanna e i vecchioni – Tintoretto (Vedi scheda)

Allievo di Tiziano fu Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (1518-1594), nelle cui opere il contrasto tra la luce e l’ombra, senza alterare il carattere dei singoli colori, trasforma l’ambiente e il rilievo degli oggetti e quasi abolisce la distinzione prospettica dei diversi piani. Le sue pitture più importanti sono il “Miracolo di San Marco“, della Galleria dell’Accademia di Venezia, il “Mercurio e le Grazie” del Palazzo Ducale di Venezia, la decorazione della Chiesa di San Rocco, che comprende 56 tavole dedicate agli avvenimenti più importanti della passione di Gesù Cristo, la “Susanna e i vecchioni“, “Bacco e Arianna“.

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