GLI ILLUMINISTI FRANCESI
Passato in Francia e congiuntosi col razionalismo indigeno, l’empirismo inglese del Locke e dello Hume e il deismo ebbero un grande svolgimento, tanto da superare, per notorietà e per le pratiche conseguenze, l’illuminismo inglese ed a meritare che questo nome restasse per antonomasia al pensiero francese del Settecento.
L’illuminismo era diventato di moda ed ebbe un efficacissimo strumento di diffusione nell’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, la cui pubblicazione, in parecchi volumi, durò dal 1750 al 1780. Questa. famosa Enciclopedia, informata a spirito razionalistico e critico, esercitò un grande influsso sul pensiero europeo del tempo, orientandolo verso il sensismo, il materialismo e l’abbandono delle credenze religiose. Fu diretta da DENIS DIDEROT (Langres, 5 ottobre 1713 – Parigi, 31 luglio 1784) e da Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert (Parigi, 16 novembre 1717 – Parigi, 29 ottobre 1783) e Vi collaborarono molti illustri pensatori del tempo, fra i quali Voltaire, Rousseau, D’Holbach, Buffon, Grimm.
Il verbo illuministico faceva facile presa sulle menti e sugli animi, sia perchè i tempi erano maturi per accoglierlo, come per il suo carattere di filosofia relativamente popolare, e sia per lo spirito critico e negativo che l’informava, come per le idee di libertà politica, sociale e religiosa, che difendeva.
L’illuminismo francese di quel tempo fu un movimento vario e complesso: in alcuni suoi rappresentanti prevaleva l’aspetto negativo, in altri quello positivo; in alcuni il materialismo, l’edonismo e perfino l’ateismo, in altri il deismo e un vago spiritualismo; in alcuni, come in Voltaire, la fredda ragione e il culto della raffinata cultura, in altri, come in Rousseau, il caldo sentimento e l’esaltazione della semplicità della natura; negli uni, come nell’aristocratico Montesquieu, concezioni politiche di riforma liberale nei quadri sciali e statali già costituiti, negli altri, come nel democratico Rousseau, concezioni politiche rivoluzionarie.
Accanto alla filosofia, che fu prevalentemente d’indole politica, giuridica, sociale, si svolse la scienza, che continuò in Francia la gloriosa tradizione del secolo precedente e fu illustrata da matematici e naturalisti di valore, come il LAPLACE, il LEGENDRE, il BUFFON, il CUVIER, il LAMARCK. Visse e svolse la sua attività a Parigi anche il matematico torinese LAGRANGE.
Un cenno speciale meritano i quattro pensatori seguenti
CHARLES DE SECONDAT DE MONTESQUIEU, nato in un castello vicino a Bordeaux nel 1689, interpretò la legislazione come un fatto naturale, sottoposto a norme razionali, ricavate dall’esame positivo e oggettivo delle condizioni sociali. Propose riforme costituzionali, inspirandosi al regime liberale inglese: notiamo in particolar modo la divisione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), l’abolizione della tortura, l’istituzione dei giurati, la tolleranza religiosa, la pubblica assistenza. Morì nel 1755. Opere principali: Lettere persiane; Lo spirito delle Leggi.
FRANÇOISE-MARIE AROUET DE VOLTAIRE, nato a Parigi nel 1694, coltivò, come scrittore, quasi tutti i campi del sapere. Fu critico acerbo delle idee religiose, politiche, morali del tempo. Può essere considerato il corifeo dell’illuminismo del Settecento. La sua influenza fu grandissima. Lo spirito semiscettico e spregiudicato volterriano è passato in proverbio. In filosofia il Voltaire fu empirista e deista; la sua speculazione è spesso geniale e facile, ma non è profonda. Dei vari suoi scritti di filosofia basti ricordare il Dizionario filosofico. Il Voltaire morì nel 1778.
ÉTIENNE BONNOT DE CONDILLAC, nato a Grenoble nel 1715, ci riporta nel puro campo della filosofia, ma nemmeno in lui troviamo il grande e originale pensatore. Egli seguì l’empirismo lockiano, impoverendolo a puro sensismo e associazionismo psicologico. Per lui la conoscenza non è che sensazione trasformata; il giudizio e il ragionamento non sono che associazioni e combinazioni di sensazioni; l’io non è che una collezione di sensazioni. Il Condillac visse alcuni anni a Parma, precettore in quella casa ducale borbonica, il che facilitò la diffusione del sensismo anche in Italia.
Morì nel 1780. Opere principali: Trattato delle sensazioni; Corso di studi per il principe di Parma.
JEAN-JACQUES ROUSSEAU nacque a Ginevra nel 1712; visse quasi sempre in Francia, ebbe una vita molto movimentata, dovuta al suo carattere inquieto e passionale. Dal padre e dalla città nativa derivò uno spirito libero e democratico, che l’illuminismo francese, col quale si trovò presto in contatto, portò ad alto grado. Il Rousseau precorse il liberalismo e il romanticismo del primo Ottocento. Per spontaneità e per riflessione, fece sua una tendenza, che andava diffondendosi, di sopravvalutazione della vita semplice, naturale e libera, in confronto della civiltà corrotta, artificiosa, servile del tempo. Ne esasperò in pagine eloquenti il contrasto, che provò in sè fortemente. Fece appello alla ragione e più alla voce diretta del sentimento e della coscienza, celebrando la libertà come essenziale all’uomo.
Voleva si riconoscesse e si rispettasse questo principio dell’autonomia umana nella religione, nell’educazione, nella vita di famiglia, nella vita sociale. Deista in religione, liberista in pedagogia, fu in politica il più convinto assertore della teoria del contratto sociale e della sovranità popolare. Portò, più di ogni altro, a compiuta maturità, nell’ambiente francese di cultura viva del Settecento, quel processo umanistico e naturalistico, che si era andato svolgendo nei vari campi dell’attività umana dal Rinascimento in poi.
Contemporaneamente Immanuel Kant lo portava a «compimento nel pensiero filosofico puro.
Dall’atteggiamento di appassionata opposizione alle idee e agli usi del tempo suo, il Rousseau fu talora portato al paradosso. Mori, accasciato, nel 1778. L’influenza culturale e pratica, immediata e lontana, che esercitò, fu enorme. Opere principali: Discorso sulla restaurazione delle scienze e delle arti e i costumi; Discorso sull’origine e il fondamento dell’ineguaglianza degli nomini; Emilio o dell’educazione; Contratto sociale o Principi di diritto politico; Le Confessioni (pubblicate, queste ultime, postume).
Degli illuministi francesi del Settecento vanno ancora particolarmente ricordati JULIEN DE LA METTRIE, materialista, autore dell’Uomo macchina e dell’Uomo pianta; CLAUDE-ADRIEN HELVETIUS, sensista radicale, che scrisse Dello spirito; PAUL D’HOLBACH (nato nel Palatinato, ma educato e vissuto a Parigi), materialista e ateo, collaboratore dell’Enciclipedia e presunto autore dell’opera Il sistema della natura, d’inspirazione epicurea.
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