VITTORE CARPACCIO

SPOSALIZIO DELLA VERGINE – Vittore Carpaccio (Vedi scheda)

VITTORE CARPACCIO

Vittore Carpaccio (Venezia, 1465 circa – Capodistria, 1525/1526), è stato un pittore italiano della scuola veneziana che studiò sotto Gentile Bellini. Carpaccio fu largamente influenzato dallo stile del pittore del primo Rinascimento italiano Antonello da Messina (1430–1479 ), così come dalla pittura dei primi Paesi Bassi. Anche se spesso paragonato al suo mentore Gentile Bellini, la padronanza della prospettiva di Vittore Carpaccio, un’attenzione precisa ai dettagli architettonici, ai temi della morte e all’uso di colori audaci lo differenziarono dagli altri artisti italiani del Rinascimento.

Sogno di Sant’Orsola (1490-94)
Vittore Carpaccio (1465 circa –1525/1526)
Tempera su tela cm 274 × 267
Gallerie dell’Accademia, Venezia

Vittore Carpaccio nasce quasi certamente a Venezia, ed è discepolo di Lazzaro Bastiani. Nel 1490 inizia il ciclo delle Storie di Santa Orsola (Venezia, Gallerie), che è compiuto otto anni dopo.
Il disegno un po’ magro all’inizio, diviene più disinvolto nell’esporre la leggenda religiosa con finezza poetica. Venezia somministra tutte le immagini e tutti i particolari pittorici, e la vita reale con il suo fasto si adatta al conciso racconto di Jacopo di Varazze. Il Sogno di Sant’Orsola riproduce la camera aerata con l’innocente freschezza d’un osservatore primitivo, e l’angelo entra quasi portato dal vento, come la luce che sbianca la parete, irrompendo dalla trifora adorna di due vasi fioriti. Lussuosi nelle combinazioni architettoniche e nelle vesti i riquadri dell’Arrivo degli ambasciatori e dell’Addio di Sant’Orsola; il colorito smaglia, cangia, si vela con nuovi accordi, e l’interprete delle vive cerimonie ricorre all’aneddoto per rendere più familiari le sue abilissime ricostruzioni.

San Giorgio e il drago (1490-94)
Vittore Carpaccio (1465 circa –1525/1526)
Tempera su tela cm 141 x 360
Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, Venezia

Verso il 1502, egli comincia a decorare la cappella di San Giorgio degli Schiavoni con le vite del patrono e di San Girolamo; gli affreschi sono di pregio diseguale, ma nel San Giorgio che abbatte il drago si ammira l’impeto
del cavallo eccitato dal mistico eroismo del santo. Dal 1511 al 20, il Carpaccio lavora per la confraternita di Santo Stefano, e le quattro tele (asportate dalla Scuola nel 1806) si suddivisero fra le Gallerie di Brera, del Louvre, di Berlino e di Stoccarda. Nei quadri d’altare il fecondo narratore sacrifica il proprio estro alla profonda devozione del tema più semplice: nella Purificazione (Venezia, Gallerie), egli cerca il movimento e si delizia d’un concerto d’angeli dentro il chiuso d’un’abside piena di grandi figure, e nel San Vitale e Santi (Venezia, San Vitale) il magnifico cavaliere si ferma dinanzi alla luce d’un arco della loggia a terrazza, che avvicina al cielo, e che rimane tagliata dai margini della tavola.

San Vitale e Santi (1514)
Vittore Carpaccio (1465 circa –1525/1526)
Chiesa di San Vidal, Venezia

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