Claude Monet (1840–1926)
Musée Marmottan Monet, Parigi
Olio su tela cm 48 × 63
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GLI IMPRESSIONISTI
COME NACQUE IL LORO NOME
Se invece di parlarvi di Impressionisti, noi avessimo intitolato questo nostro articolo Gli Intransigenti, voi certamente vi chiedereste chi mai sono costoro.
Eppure i rappresentanti del movimento pittorico di cui intendiamo parlarvi ebbero in origine proprio questo nome, gli Intransigenti: si chiamavano così perché si scagliavano con una certa violenza contro i precedenti modi di dipingere e soprattutto contro il Neo-classicismo, che si proponeva di far rivivere l’arte del periodo greco e romano.
Il nuovo nome, col quale gli Intransigenti erano destinati a diventare celebri e a tenere un posto importantissimo nella storia dell’Arte, nacque in occasione della prima mostra collettiva che essi tennero a Parigi, dal 15 aprile al 15 maggio del 1874, nello studio del fotografo Nadar, sul Boulevard des Capucins.
Una delle tele esposte in tale mostra si chiamava Impressione, levar del sole ed era di uno dei maggiori esponenti del gruppo, Claude Monet.
Un giornalista, non troppo noto per la verità, certo Louis Leroy, basandosi sul titolo del quadro di Monet, cominciò a chiamare Impressionismo il nuovo movimento e Impressionisti i suoi rappresentanti, non nascondendo ma anzi accentuando un certo significato dispregiativo che egli dava a questa terminologia.
Il nome Impressionisti tuttavia non fu affatto sgradito ai componenti del gruppo, perchè in un certo senso esprimeva bene una delle caratteristiche del loro genere di pittura, che viveva soprattutto di impressioni raccolte a volo nell’osservazione della natura e poi riportate sulla tela con pennellate dalle tinte per lo più chiare e vivaci.
Tanto piacque anzi il nuovo nome che nel 1876, quando ebbe luogo la loro seconda mostra, essa fu chiamata dagli stessi pittori che vi esponevano Prima esposizione degli Impressionisti.
Facevano parte del gruppo, oltre a Monet, cui si è già fatto cenno, Auguste Renoir, Édouard Manet, Edgar Degas, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Paul Cézanne e anche una donna, Berthe Morisot.
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Camille Pissarro (1830-1903)
Nationalgalerie – Berlino
Olio su tela cm 50 x 61
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I PITTORI DELLA LUCE
Benché le loro mostre continuassero a svolgersi a Parigi e benché Parigi rimanesse sempre il centro ideale della loro pittura, gli Impressionisti finirono col fissare il loro quartier generale ad Argenteuil, una piccola città sulle rive della Senna, a tredici chilometri dalla capitale.
Proprio per le caratteristiche della loro pittura gli Impressionisti avevano bisogno di dipingere “in piena aria”, come usavano dire, cioè a diretto contatto con i colori della natura e soprattutto con la luce: i colori – affermavano gli Impressionisti – sono fatti di luce, esistono solo grazie alla luce.
Parigi naturalmente non rispondeva a queste esigenze, mentre Argenteuil per varie ragioni sembrava fatta apposta per i loro gusti di vita e di arte. Facilmente raggiungibile dalla capitale, offriva insieme occasione di pitture e di allegre scampagnate, luminose e festose vedute, familiari regate.
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Edgar Degas (1834–1917)
MUSEO D”ORSAY, PARIGI
Pastello su monotipo cm 58 x 42
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UN CASO DI OSTINATA INCOMPRENSIONE
Gli Impressionisti, per il modo anticonformistico in cui concepivano la pittura, non erano certamente destinati a imporsi con facilità; dovettero anzi lottare a lungo prima di ottenere il trionfo. Quando ancora nessuno apprezzava i loro lavori, questi giovani artisti avevano trovato tuttavia un fervido e fedele ammiratore in Gustave Caillebotte, un ricco architetto navale, anche lui giovane e mediocre pittore
dilettante. Ad Argenteuil, egli si fece costruire una bella casa. Vi tenne una raccolta di quadri impressionisti costituita in base a un metodo di scelta per lo meno singolare: acquistava unicamente le tele che nessun altro voleva!
Convinto di non vivere a lungo, nel 1876 egli volle fare testamento. Aveva 28 anni e ne visse ancora 18. Quando morì e si conobbero le clausole testamentarie, subito scoppiarono polemiche furibonde.
Caillebotte lasciava i suoi quadri allo Stato. Prevedendo opposizione da parte dell’arte “ufficiale”, egli precisava che lo Stato – accettando la sua donazione – si impegnava a non relegarla in soffitta o in un museo di provincia: le tele dovevano assolutamente andare al Luxembourg, museo dei pittori viventi; poi, alla morte degli autori, dovevano andare al Louvre, non altrove.
La reazione, come Caillebotte aveva previsto, fu violenta. L’accademia di Belle Arti si oppose con tutti ì mezzi e provocò persino un dibattito al Senato. Il professor Gérôme, uno dei pontefici della pittura accademica, minacciò di dimettersi se la donazione veniva accettata e dichiarò: “Viviamo in un secolo di decadenza e di imbecillità. La donazione include dipinti dei signori Manet, Pissarro e compagni, non è così? Ebbene, l’accettarla… significherebbe la fine della nazione, la fine della Francia.”.
Una delle accuse più frequenti lanciate agli Impressionisti era di essere “anarchici e sovversivi”. Politicamente, era una accusa senza senso. Era vero però che, sul piano del1’arte, rifiutandosi di seguire le mode del loro tempo e sostituendovi una nuova concezione, compivano (forse senza saperlo) un gesto ancora più rivoluzionario. Basta pensare che un giorno Manet si rifiutò di votare per il pittore Puvis de Chavenne, esclamando “non voterò mai per un uomo che sa dipingere un occhio!”.
Comunque, lo Stato finì con l’accettare 40 delle 65 tele della donazione di Caillebotte.
Per prenderle in carico bisognava avere un’idea del loro valore: furono sottoposte a perizia di stima. Gli esperti valutarono in media 10.000 euro odierni gli 8 Monet accettati; 7.000 euro l’uno i 6 Renoir, tra cui l’oggi celeberrimo Moulin de la Galette. Sorte analoga, con quotazioni minori, ebbero i Pissarro, i Manet, i Degas, i Sisley.
La peggiore quotazione toccò a due tele di Cézanne (che, pur non potendo dirsi un Impressionista, in quanto la sua pittura è già in posizioni più avanzate, era compreso nella raccolta): la sua veduta di porticciolo mediterraneo, 1′Estaque, fu stimata 1.200 euro in valuta attuale. Non varrebbe oggi meno di 5/10 milioni di euro.
Le tele accettate vennero effettivamente esposte al Luxembourg, nel 1897, sia pure in una sezione a parte, come in prudente quarantena; l’accoglienza del pubblico costituì, nell’insieme, un successo. Il fratello di Caillebotte si batté a lungo per fare accettare anche le 25 tele restanti della raccolta, senza però riuscirvi.
Collezionisti privati furono ben lieti di entrare in possesso di quei quadri e lo Stato, rimasto vittorioso nella lunga contesa, “riuscì a non diventare proprietario di capolavori che valgono oggi circa 30 miliardi.
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PIERRE-AUGUSTE RENOIR
MUSEO D’ORSAY, PARIGI
Tela cm 131 x 175
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IMPRESSIONISMO
CHE COS’È – Nella prima metà dell’Ottocento, dipingere voleva dire quasi sempre rappresentare personaggi e fatti del mondo religioso e culturale: personaggi illustri. scene di caccia. soggetti religiosi, storici o mitologici. Tutto veniva minuziosamente disegnato col solo scopo di tare una degna pittura, capace di ispirare grande rispetto e dì dare una riproduzione il più possibile perfetta di ciò che si voleva ritrarre. Ai pittori ufficiali dell’epoca sarebbe apparso indecoroso dipingere. ad esempio. povere cose e umili oggetti.
L’Impressionismo reagisce a questo modo retorico e oleografico di rappresentare il mondo. I pittori Impressionisti dipingono dal vero, sostituendo ai soggetti tradizionali scene ispirate alla vita quotidiana, agli avvenimenti più consueti; l’importante, per loro, è atterrare un momento della realtà, cogliere un’impressione ed esprimerla coi colori. rendendone partecipi coloro che guardano i loro quadri.
I rappresentanti più tipici del movimento sono Monet e Pissarro: altrettanto celebri sono Renoir, Manet, i Degas, i Sisley.
Vi sono poi altri pittori che. pur non facendo parte del gruppo. ne subiscono l’influsso e possono essere considerati Impressionisti. usando questo termine con significato alquanto largo; tra essi ricordiamo Toulouse-Lautrec; che si rifece a Degas come a un maestro ideale, Gauguin, Van Gogh, Cézanne.
DOVE – Il movimento nacque a Parigi. che era allora non solo il centro spirituale della cultura francese ma di tutto il mondo delle arti. Ma poiché gli Impressionisti. innamorati com’erano della natura, si ispiravano soprattutto ai paesaggi campestri, trascorrevano lunghi periodi nel sud della Francia e nelle campagne della regione parigina. soprattutto. come ho accennato poco sopra, nella piccola citta di Argenteuil.
QUANDO – La prima mostra ufficiale dei pittori Impressionisti ebbe luogo come ho detto nel 1874, ma da quasi venti anni si era formato questo gruppo di artisti che, seguendo una vocazione comune, andava alla ricerca di un nuovo stile. L’ultima mostra degli Impressionisti è dell’anno 1886.
Da quell’anno in poi non si può parlare più di Impressionismo, perché esso, come gruppo, cessò di esistere. anche se ogni suo componente continuò a lavorare e raggiunse una nuova pienezza e validità di stile.
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Jacques-Louis David (1748-1825)
Petit Palais, Parigi
Olio su tela cm 123 × 160
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Quadri come questo riprodotto qui sopra, mandavano in visibilio il pubblico del secolo scorso. La gente, intatti, cercava un interesse nel soggetto del quadro, non chiedeva un’emozione alla pittura. Alla metà dell’Ottocento si dipingeva soprattutto nel chiuso degli studi, “cucinando”, per così dire, i dipinti usando ricette e formule fisse, secondo una composizione prestabilita. Il quadro è di Jaques-Louis David. un pittore che ebbe grande fama al tempo della nascita dell’Impressionismo e che si proponeva come modello l’arte greca e romana, riuscendo soltanto a darne una fredda imitazione. Se oggi non si dipinge più così, lo dobbiamo alla grande rivoluzione dell’arte, iniziata più di un secolo fa, proprio dagli Impressionisti, i quali insistettero sulla pittura all’aria aperta, in cui la composizione del quadro nasceva sull’istante e non era ricavata da modelli del passato. La pittura degli Impressionisti è più “sentita” che pensata e da ciò deriva il suo grande fascino.
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Berthe Morisot (1841-1895)
Museo d’Orsay, Parigi
Olio su tela cm 56 x 46
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TESTA DI GIOVANE DONNA – Edgar Degas
CAVALLI DA CORSA DAVANTI ALLE TRIBUNE – Edgar Degas
BALLERINA CHE FA IL SALUTO – (L’etolie) – Edgar Degas
BALLERINE FRA LE QUINTE – Edgar Degas
PAUSA DURANTE UNA LEZIONE DI DANZA – Edgar Degas
LEZIONE DI DANZA – Edgar Degas
LA CLASSE DI DANZA – Edgar Degas
ORCHESTRA DELL’OPERA – Edgar Degas
MERCATO DEL COTONE A NEW ORLEANS – Edgar Degas
DONNA CHE SI PETTINA – Edgar Degas
PAESAGGIO IN RIVA AL MARE – Edgar Degas
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FRÉDÉRIC BAZILLE – Vita e opere
RIUNIONE DI FAMIGLIA – Frédéric Bazille
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DONDE VENIAMO? CHI SIAMO? DOVE ANDIAMO? – Paul Gauguin
BONJOUR MONSIEUR GAUGUIN – Paul Gauguin
DONNA CON FIORE (Vahine no te tiare) – Paul Gauguin
NATURA MORTA CON VENTAGLIO – Paul Gauguin
DANZA DELLE QUATTRO BRETONI – Paul Gauguin
DUE DONNE TAHITIANE SULLA SPIAGGIA – Paul Gauguin
DONNA TAHITIANA CON MAZZO DI FIORI – Te Avae No Marie – Paul Gauguin
MAHANA NO ATUA (Day of the Gods – Giorno di Dio) – Paul Gauguin
LES ALYSCAMPS – Paul Gauguin
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CAMERA DA LETTO – Vincent Van Gogh
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CAMPO VERDE DI GRANO- Vincent Van Gogh
CHAUMES DE CORDEVILLE (Stoppie a Cordeville) – Vincent Van Gogh
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NOTTE STELLATA – Vincent Van Gogh
VAN GOGH e GAUGUIN a ARLES
FRUTTA CON GERANI – Paul Cézanne
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CASA E FATTORIA DEL JAS DE BOUFFAN – Paul Cézanne
GRUPPO DI BAGNANTI – Paul Cézanne
CINQUE BAGNANTI – Paul Cézanne
1 – LE GRANDI BAGNANTI – Paul Cézanne
2 – LE GRANDI BAGNANTI – Paul Cézanne
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RITRATTO DI VINCENT VAN GOGH – Henri de Toulouse-Lautrec
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Immagine di copertina:
La Grenouillère (1869)
Pierre-Auguste Renoir (1841–1919)
Olio su tela cm 66,5 x 81
National Museum of Fine Arts, Stoccolma
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